Allarme dei Banchi Alimentari d'Europa: il taglio degli aiuti mette a rischio fame
milioni di persone
Quindici milioni di persone nel Vecchio continente sono a rischio povertà. La denuncia
arriva dalla Federazione Europea Banchi Alimentari, in seguito alla decisione della
Commissione Ue di tagliare dell’80 per cento i fondi per i poveri forniti dal Pead
(il Programma Europeo di aiuto alimentare). Una vera e propria "bomba ad orologeria",
che potrebbe portare a rischiosi conflitti sociali e che solo il Consiglio dei ministri
Ue dell’Agricoltura, previsto per domani a Bruxelles, può disinnescare. Oggi la Conferenza
europea per lanciare l’appello ai grandi della terra. Cecilia Seppia ha sentito
Andrea Giussani, vicepresidente Fondazione Banco Alimentare Onlus.
R. – Secondo
le statistiche europee, i poveri sono, in generale, circa 43 milioni, ma di questi,
15 milioni rientrano nella povertà tipicamente alimentare, e cioè coloro che non riescono
oggi a garantirsi un pasto intero ogni due giorni. La riduzione di questo programma
da 500 milioni di euro a 113 milioni - questa è la decisione della Commissione Europea
- produrrebbe quindi, di fatto, una riduzione di più di 1/5 nell’intervento. Quindi,
è chiaro che le risorse messe in gioco producono un’ondata di povertà spaventosa.
Ogni Stato europeo patirebbe per questo una ricaduta, differente Stato per Stato.
D.
- In Italia, i poveri sono oltre tre milioni: la diminuzione di cinque volte dei beni
alimentari erogati rischia di compromettere la tenuta del sistema di welfare...
R.
- Come si sa, il Banco alimentare è un ente di sussidiarietà e quindi non fornisce
direttamente gli alimenti ai poveri, ma sostiene circa 8200 strutture caritative,
e queste saranno messe in forte dubbio di sopravvivenza, di sostenibilità, perché
oggi ricevono la grandissima parte degli alimenti, che a loro volta ridistribuiscono,
dalla Bondazione e dai vari banchi alimentari.
D. - Domani è in programma
il Consiglio dei ministri europei dell’agricoltura. Dunque, Il vostro appello arriverà
sul tavolo dei 27. Qual è l’auspicio?
R. - La Commissione Europea dia
il buon esempio rilanciando in qualche modo parte del programma e magari chieda una
contribuzione a diverse nazioni, di modo che con questo metodo sfidi la capacità d’intervento
dei singoli Stati. L’auspicio è che tutto rientri in binari di ragionevolezza e di
attenzione alla povertà e al momento storico che vediamo. La mia sintesi è: si gioca
un pochino su questa sfida, ma forse in modo molto serio c’è il fatto di vedere se
l’Europa, se i grandi dell’Europa, se i governanti dell’Europa, tengono più a un’applicazione
regolamentare, a delle regole, o tengono più alla sorte dei poveri. (ma)