Il Papa all’Angelus: l’Eucaristia, antidoto alla cultura individualistica del nostro
tempo
All’Angelus in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha svolto, ieri, un’appassionata riflessione
sul valore inestimabile dell’Eucaristia. Ricordando che, in molti Paesi, si è celebrato
il Corpus Domini, il Papa ha sottolineato come senza l’Eucaristia, la Chiesa
non esisterebbe. Quindi, ha definito l’Eucaristia una sorta di “antidoto” contro la
mentalità individualistica che si va sempre più diffondendo nel nostro tempo. Il Papa
non ha poi mancato di ringraziare il Signore per i nuovi Beati, tre proclamati sabato
nell’arcidiocesi di Amburgo e tre ieri a Milano. Infine, ha ricordato la Giornata
per la Carità del Papa. Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’Eucaristia
è “il cuore pulsante” della Chiesa: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che, nel
giorno del Corpus Domini, ha definito il Sacramento del Corpo e Sangue di Cristo “il
tesoro più prezioso della Chiesa”:
“Senza l’Eucaristia la Chiesa
semplicemente non esisterebbe. E’ l’Eucaristia, infatti, che fa di una comunità umana
un mistero di comunione, capace di portare Dio al mondo e il mondo a Dio”.
Ed
ha soggiunto che l’Eucaristia trasforma quanti la ricevono e così la “Chiesa è realmente
sacramento di unità degli uomini con Dio e tra di loro”:
“In una
cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi nelle società
occidentali, e che tende a diffondersi in tutto il mondo, l’Eucaristia costituisce
una sorta di “antidoto”, che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente
semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, insomma,
la logica del Vangelo”.
I primi cristiani, a Gerusalemme, ha rammentato
il Papa, “erano un segno evidente di questo nuovo stile di vita, perché vivevano in
fraternità e mettevano in comune i loro beni, affinché nessuno fosse indigente”. Uno
stile di vita che trovava proprio nell’Eucaristia la sua fonte:
“Anche
nelle generazioni seguenti, attraverso i secoli, la Chiesa, malgrado i limiti e gli
errori umani, ha continuato ad essere nel mondo una forza di comunione. Pensiamo specialmente
ai periodi più difficili, di prova: che cosa ha significato, ad esempio, per i Paesi
sottoposti a regimi totalitari, la possibilità di ritrovarsi alla Messa Domenicale!”.
Il
Papa ha ribadito con le parole degli antichi martiri di Abitene che senza l’Eucaristia
domenicale “non possiamo vivere”:
“Ma il vuoto prodotto dalla falsa
libertà può essere altrettanto pericoloso, e allora la comunione con il Corpo di Cristo
è farmaco dell’intelligenza e della volontà, per ritrovare il gusto della verità e
del bene comune”.
Ha quindi invocato la Vergine Maria, “Donna Eucaristica”,
nelle parole del Beato Wojtyla, affinché alla sua scuola, “anche la nostra vita diventi
pienamente ‘eucaristica’, aperta a Dio e agli altri, capace di trasformare il male
in bene con la forza dell’amore, protesa a favorire l’unità, la comunione, la fraternità”.
Dopo la recita dell’Angelus, Benedetto XVI si è soffermato sulla testimonianza di
alcuni nuovi Beati. Ha ricordato la Beatificazione ieri, a Lubecca nell’arcidiocesi
di Amburgo, di tre sacerdoti martiri, uccisi dai nazisti. Poi, il pensiero si è rivolto
alla Chiesa ambrosiana:
“Oggi, a Milano, è la volta di don Serafino
Morazzone, parroco esemplare nel Lecchese tra XVIII e XIX secolo; di padre Clemente
Vismara, eroico missionario del Pime in Birmania; e di Enrichetta Alfieri, suora della
Carità, detta “angelo” del carcere milanese di San Vittore. Lodiamo il Signore per
questi luminosi testimoni del Vangelo!”.
Il Papa ha quindi ricordato
che si celebra oggi in Italia la Giornata per la carità del Papa, l’Obolo di San Pietro:
“Desidero
ringraziare vivamente tutti coloro che, con la preghiera e con le offerte, danno il
loro appoggio al mio ministero apostolico e di carità. Grazie! Il Signore vi ricompensi!”.
Infine,
al momento dei saluti ai pellegrini, ha rivolto un pensiero speciale all’episcopato
e ai fedeli polacchi che celebrano il 600.mo anniversario della consacrazione
della Cattedrale di Włocławek. “La storia eloquente di questo tempio – ha affermato
– sia per tutti incoraggiamento a perseverare nella fede dei Padri e nella testimonianza
resa a Cristo nella vita di ogni giorno”.