2011-06-24 15:26:23

Consiglio Europeo: accordo su piano austerity della Grecia e nomina di Draghi a presidente Bce


La nomina di Mario Draghi al vertice della Banca Centrale Europea, il fondo "salva Stati", l’immigrazione e le crisi arabe sono i temi su cui oggi hanno proseguito a confrontarsi i leader dei 27 Paesi Ue, che stanotte hanno raggiunto l’accordo sul salvataggio della Grecia. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

La Grecia ha trovato l’accordo con le istituzioni europee sul piano di austerity da 28,4 miliardi. Ora la questione passa al parlamento di Atene che dovrà ratificarlo entro il 30 giugno se vorrà sbloccare la quinta trance di aiuti finanziari destinati a evitare la bancarotta e un ampliamento della crisi a tutta l'eurozona. Per questo motivo, l’Ue sta esercitando pressioni affinché sia votato anche dall’opposizione ellenica che finora si è dichiarata contraria alle nuove misure di austerità. L’agenda economica del vertice ha visto anche il “si” politico di tutto il Consiglio europeo alla nomina di Mario Draghi come successore di Jean Claude Trichet alla presidenza della Banca centrale europea. Sono dunque cadute le riserve francesi sull’attuale direttore della Banca d’Italia, dopo che Binismaghi, l'altro banchiere italiano che adesso siede nel board della Bce, ha rassicurato Parigi circa le sue dimissioni entro fine anno per far posto ad un esponente della Francia. Sulla bozza del documento finale appaiono poi le raccomandazioni agli Stati membri per il risanamento delle loro finanze e per il rilancio della competitività nei servizi, e c’è il via libera al rafforzamento dell'attuale Fondo salva-Stati. Da segnalare anche il passaggio sulla proposta per un meccanismo comunitario che definirà l'eventuale reintroduzione “temporanea ed eccezionale” dei controlli di frontiera nell'area Schengen. Il nuovo meccanismo – si legge nel documento – dovrà entrare in funzione solo in caso di “circostanze eccezionali che mettano l'intero funzionamento della cooperazione di Schengen a rischio”. E nella bozza si parla infine dell’ingresso della Croazia nell’Ue, esortando “la conclusione dei negoziati di adesione entro la fine di giugno", con la prospettiva di firmare il trattato "prima della fine dell'anno".

Dunque il governatore di Bankitalia, Mario Draghi è stato nominato presidente della Banca Centrale Europea dal Consiglio europeo. Ad annunciarlo il presidente Ue, Herman Van Rompuy. Draghi prende la guida della Bce in un momento particolarmente delicato per l’Europa. Quali sono le sfide che dovrà affrontare immediatamente? Salvatore Sabatino ne ha parlato con Stefano Zamagni, docente di Economia Politica presso l’Università di Bologna:RealAudioMP3

R. – Le sfide sono fondamentalmente tre. La prima è di natura emergenziale: risolvere questo fuoco che ormai da qualche mese divampa e cioè la Grecia ma subito dopo il Portogallo poi la Spagna o l’Irlanda. Il rischio è grosso: se questo fuoco non viene spento in tempi rapidissimi la speculazione internazionale potrebbe veramente mettere a repentaglio la vita dell’Unione europea. La seconda sfida, più a medio termine, è quella di favorire in sede europea l’attivazione di una politica non soltanto monetaria, finanziaria, ma anche la politica del lato reale, la cosiddetta politica fiscale. Uno dei punti di debolezza dell’Unione europea è che ha realizzato la moneta unica ma non ha realizzato una politica fiscale unica. La terza sfida è rilanciare il processo di riunificazione europea partendo dal discorso delle radici e lui la può fare perché ha anche la cultura necessaria e sufficiente a questo riguardo. Sappiamo come è andata la questione quando a suo tempo si trattò di inserire i termini “radici cristiane”. Oggi c’è un modo intelligente di riprendere quel discorso, magari non usando le stesse parole, ma tornando ad affermare l’importanza dell’identità: senza identità un Paese, come un’unione di Paesi, non va da nessuna parte.

D. – Un ruolo di grande prestigio quello che ricoprirà Draghi ed un vanto anche per l’economia italiana…

R. – E’ chiaro. In un momento di particolare debolezza di certe nostre istituzioni, avere un italiano che ricopre quel ruolo è un segnale che all’estero probabilmente ci considerano meglio di quanto noi italiani consideriamo noi stessi. A questo riguardo mi piace sempre ricordare quel saggio fondamentale di Giacomo Leopardi sul carattere degli italiani quando dice che il problema degli italiani è solo uno: non riconoscono il proprio valore, devono denigrarsi ed autoflaggellarsi. Questa nomina potrebbe contribuire a modificare, almeno a livello di percezione popolare, questo antico e radicato convincimento.(bf)

Siria: Usa e Ue chiedono intervento Onu
Dal Consiglio d’Europa è arrivata anche una condanna per il governo siriano. L’Unione europea, che come gli Stati Uniti richiede un intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ieri, aveva anche varato nuove sanzioni contro Damasco. Intanto, mentre in varie località del Paese sono segnalati cortei con due vittime tra i manifestanti, sembra calare la tensione con la Turchia dopo le operazioni militari siriane di ieri nei pressi del confine. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Di fronte a quelle che sono definite “inaccettabili e scioccanti violenze” delle forze di Damasco, i 27 Paesi dell’Unione sollecitano il Consiglio di sicurezza ad “assumere le proprie responsabilità e dare adeguate risposte”. Una condanna “chiara e inequivocabile” era già stata chiesta dall’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, che aveva parlato di “atrocità e abusi”. E oggi sono diventate ufficialmente operative le nuove sanzioni decise dall’Unione Europea contro Damasco: oltre a quattro società legate alla cerchia del presidente Assad, sono colpite, con il blocco dei beni e il bando del visto d’ingresso, altre sette persone. Tre di queste sono ufficiali iraniani, del corpo delle Guardie rivoluzionarie e dell’intelligence di Teheran. Intanto, dopo le operazioni militari siriane in villaggi vicini alla frontiera con la Turchia, che ieri hanno spinto altri 1500 profughi a sconfinare, i ministri degli Esteri dei due Paesi hanno avuto un colloquio telefonico. Anche l’ambasciatore siriano ad Ankara è stato convocato dal ministro turco Ahmet Davutoglu per informazioni. Oggi, tuttavia, lo stesso Davutoglu ha sottolineato che con Damasco i contatti continuano: “Con la Siria – ha dichiarato - condividiamo lo stesso destino”.

Libia
Si fa sempre più stringente il cerchio interno al regime di Gheddafi. Secondo il premier britannico Cameron, il rais avrebbe le ore contate. Sulla stessa linea segretario generale della Nato, Rasmussen, secondo il quale il colonnello “appartiene al passato”. E in queste ore si moltiplicano le voci di una possibile fuga di Gheddafi, mentre alcuni media affermano che i ribelli potrebbero concedere la permanenza nel Paese solo a patto che il rais lasci il potere. Intanto, pieno appoggio alla missione militare dell’alleanza è stato espresso oggi dal vertice del consiglio Ue. Infine, alcuni ufficiali del regime che hanno voltato le spalle a Gheddafi hanno denunciato la morte di 15 persone dall’inizio della guerra. Inoltre, in questo momento oltre 30 mila persone si troverebbero in carcere per motivi legati agli eventi bellici. Cifre che al momento non trovano alcun riscontro nelle fonti ufficiali.

Afghanistan, ritiro truppe Usa
Secondo i vertici militari statunitensi, il parziale ritiro dall’Afghanistan deciso dal presidente Obama è troppo rapido, mentre il segretario alla Difesa uscente, Robert Gates, ha riconosciuto che Obama ha preso in considerazione “la situazione politica interna” degli Stati Uniti. Le elezioni presidenziali sono previste per il 2012, quando il ritiro di 33 mila uomini sarà terminato, e l’opposizione repubblicana ha criticato il presidente, ipotizzando rischi per la sicurezza in futuro.

Iraq, violenza
In Iraq sono 21 i morti e oltre 80 i feriti per un triplo attentato avvenuto ieri sera in un mercato di Baghdad. Secondo le prime ricostruzioni, tra le vittime ci sarebbe stato anche un imprenditore statunitense che lavorava per l’agenzia di aiuto allo sviluppo Usaid. secondo la stampa americana, però l’uomo sarebbe stato ucciso in un altro attacco, avvenuto nel quartiere di Sadr City.

Petrolio mercato
L’Agenzia internazionale dell’Energia (Aiea) immetterà sul mercato 60 milioni di barili di petrolio nei prossimi due mesi, ricorrendo alle riserve strategiche. L’iniziativa, a cui i soli Stati Uniti contribuiranno con 30 milioni di barili, ha due soli precedenti: nel 1991 all’epoca della prima guerra del Golfo e nel 2005 dopo l’uragano Katrina che colpì New Orleans. La decisione è stata motivata con la volontà di compensare le mancate forniture dovute alla crisi libica: gli analisti ritengono che l’aumentata offerta di greggio avrà effetti positivi sull’inflazione e la ripresa economica. Il prezzo del petrolio ha già toccato i minimi degli ultimi 4 mesi: a New York è poco sotto i 90 dollari al barile.

Sudan
Una bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dagli Stati Uniti prevede l’invio di 4200 soldati etiopi nella regione sudanese di Abyei. L’Abyei è conteso tra la parte Nord e la parte sud del Paese che si separeranno ufficialmente il 9 luglio e nei giorni scorsi hanno raggiunto un accordo per la smilitarizzazione dell’area e il dispiegamento di truppe etiopi a garanzia della pace. Preoccupazione è stata espressa dagli Stati Uniti anche per la situazione nel Kordofan meridionale, parte del Nord ma in cui abitano popolazioni filo-sudiste, oggetto negli ultimi giorni, secondo quanto denunciato da alcune Ong, di attacchi dell’esercito regolare.

Senegal, proteste
A Dakar, in Senegal, almeno 102 persone, tra cui 13 poliziotti, sono rimaste ferite durante massicce manifestazioni di piazza. I dimostranti protestavano contro un progetto di riforma costituzionale sponsorizzato dal presidente uscente Abdoulaye Wade, che prevedeva l’elezione contemporanea del presidente e del vicepresidente nelle consultazioni in programma per il prossimo febbraio. La proposta, che era vista dall’opposizione come uno stratagemma per favorire il presidente e suo figlio Karim, è stata però ritirata dallo stesso capo dello Stato di fronte alla pressione della piazza.

Ucraina
Al via oggi in Ucraina il processo contro l’ex premier Iulia Timoshenko, la leader della "rivoluzione arancione" pro-occidentale del 2004. E’ accusata di abuso di potere in merito ai contratti per la fornitura di gas russo nel 2009. La Timoshenko ha dichiarato al giudice che il processo è una farsa, una vendetta ordita dal presidente Viktor Yanukovich. Fuori dal tribunale di Kiev migliaia di sostenitori della donna e numerosi poliziotti in assetto antisommossa.

Francia, batterio E. Coli
Otto persone sono state ricoverate in ospedale a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia, con colite emorragica e complicazioni. Per una di loro, ha detto stamattina il ministro della Sanità, Xavier Bertrand, è confermato che si tratta di contaminazione da batterio E. Coli. Gli altri sono al momento dei casi classificati "sospetti". Non sono stati evidenziati collegamenti con la contaminazione da batterio E. Coli della settimana scorsa attorno a Lille, nel nord, in seguito alla quale furono ricoverati in ospedale in condizioni gravi otto bambini. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Davide Maggiore)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 175







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