Consiglio Europeo: accordo su piano austerity della Grecia e nomina di Draghi
a presidente Bce
La nomina di Mario Draghi al vertice della Banca Centrale Europea, il fondo "salva
Stati", l’immigrazione e le crisi arabe sono i temi su cui oggi hanno proseguito a
confrontarsi i leader dei 27 Paesi Ue, che stanotte hanno raggiunto l’accordo sul
salvataggio della Grecia. Il servizio di Marco Guerra:
La Grecia
ha trovato l’accordo con le istituzioni europee sul piano di austerity da 28,4 miliardi.
Ora la questione passa al parlamento di Atene che dovrà ratificarlo entro il 30 giugno
se vorrà sbloccare la quinta trance di aiuti finanziari destinati a evitare la bancarotta
e un ampliamento della crisi a tutta l'eurozona. Per questo motivo, l’Ue sta esercitando
pressioni affinché sia votato anche dall’opposizione ellenica che finora si è dichiarata
contraria alle nuove misure di austerità. L’agenda economica del vertice ha visto
anche il “si” politico di tutto il Consiglio europeo alla nomina di Mario Draghi come
successore di Jean Claude Trichet alla presidenza della Banca centrale europea. Sono
dunque cadute le riserve francesi sull’attuale direttore della Banca d’Italia, dopo
che Binismaghi, l'altro banchiere italiano che adesso siede nel board della
Bce, ha rassicurato Parigi circa le sue dimissioni entro fine anno per far posto ad
un esponente della Francia. Sulla bozza del documento finale appaiono poi le
raccomandazioni agli Stati membri per il risanamento delle loro finanze e per il rilancio
della competitività nei servizi, e c’è il via libera al rafforzamento dell'attuale
Fondo salva-Stati. Da segnalare anche il passaggio sulla proposta per
un meccanismo comunitario che definirà l'eventuale reintroduzione “temporanea ed
eccezionale” dei controlli di frontiera nell'area Schengen. Il nuovo meccanismo –
si legge nel documento – dovrà entrare in funzione solo in caso di “circostanze eccezionali
che mettano l'intero funzionamento della cooperazione di Schengen a rischio”. E nella
bozza si parla infine dell’ingresso della Croazia nell’Ue, esortando “la conclusione
dei negoziati di adesione entro la fine di giugno", con la prospettiva di firmare
il trattato "prima della fine dell'anno".
Dunque il governatore di Bankitalia,
Mario Draghi è stato nominato presidente della Banca Centrale Europea dal Consiglio
europeo. Ad annunciarlo il presidente Ue, Herman Van Rompuy. Draghi prende la guida
della Bce in un momento particolarmente delicato per l’Europa. Quali sono le sfide
che dovrà affrontare immediatamente? Salvatore Sabatino ne ha parlato con Stefano
Zamagni, docente di Economia Politica presso l’Università di Bologna:
R. – Le sfide
sono fondamentalmente tre. La prima è di natura emergenziale: risolvere questo fuoco
che ormai da qualche mese divampa e cioè la Grecia ma subito dopo il Portogallo poi
la Spagna o l’Irlanda. Il rischio è grosso: se questo fuoco non viene spento in tempi
rapidissimi la speculazione internazionale potrebbe veramente mettere a repentaglio
la vita dell’Unione europea. La seconda sfida, più a medio termine, è quella di favorire
in sede europea l’attivazione di una politica non soltanto monetaria, finanziaria,
ma anche la politica del lato reale, la cosiddetta politica fiscale. Uno dei punti
di debolezza dell’Unione europea è che ha realizzato la moneta unica ma non ha realizzato
una politica fiscale unica. La terza sfida è rilanciare il processo di riunificazione
europea partendo dal discorso delle radici e lui la può fare perché ha anche la cultura
necessaria e sufficiente a questo riguardo. Sappiamo come è andata la questione quando
a suo tempo si trattò di inserire i termini “radici cristiane”. Oggi c’è un modo intelligente
di riprendere quel discorso, magari non usando le stesse parole, ma tornando ad affermare
l’importanza dell’identità: senza identità un Paese, come un’unione di Paesi, non
va da nessuna parte.
D. – Un ruolo di grande prestigio quello che ricoprirà
Draghi ed un vanto anche per l’economia italiana…
R. – E’ chiaro. In
un momento di particolare debolezza di certe nostre istituzioni, avere un italiano
che ricopre quel ruolo è un segnale che all’estero probabilmente ci considerano meglio
di quanto noi italiani consideriamo noi stessi. A questo riguardo mi piace sempre
ricordare quel saggio fondamentale di Giacomo Leopardi sul carattere degli italiani
quando dice che il problema degli italiani è solo uno: non riconoscono il proprio
valore, devono denigrarsi ed autoflaggellarsi. Questa nomina potrebbe contribuire
a modificare, almeno a livello di percezione popolare, questo antico e radicato convincimento.(bf)
Siria:
Usa e Ue chiedono intervento Onu Dal Consiglio d’Europa è arrivata anche una
condanna per il governo siriano. L’Unione europea, che come gli Stati Uniti richiede
un intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ieri, aveva anche varato nuove
sanzioni contro Damasco. Intanto, mentre in varie località del Paese sono segnalati
cortei con due vittime tra i manifestanti, sembra calare la tensione con la Turchia
dopo le operazioni militari siriane di ieri nei pressi del confine. Il servizio di
Davide Maggiore:
Di fronte
a quelle che sono definite “inaccettabili e scioccanti violenze” delle forze di Damasco,
i 27 Paesi dell’Unione sollecitano il Consiglio di sicurezza ad “assumere le proprie
responsabilità e dare adeguate risposte”. Una condanna “chiara e inequivocabile” era
già stata chiesta dall’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, che aveva
parlato di “atrocità e abusi”. E oggi sono diventate ufficialmente operative le nuove
sanzioni decise dall’Unione Europea contro Damasco: oltre a quattro società legate
alla cerchia del presidente Assad, sono colpite, con il blocco dei beni e il bando
del visto d’ingresso, altre sette persone. Tre di queste sono ufficiali iraniani,
del corpo delle Guardie rivoluzionarie e dell’intelligence di Teheran. Intanto, dopo
le operazioni militari siriane in villaggi vicini alla frontiera con la Turchia, che
ieri hanno spinto altri 1500 profughi a sconfinare, i ministri degli Esteri dei due
Paesi hanno avuto un colloquio telefonico. Anche l’ambasciatore siriano ad Ankara
è stato convocato dal ministro turco Ahmet Davutoglu per informazioni. Oggi, tuttavia,
lo stesso Davutoglu ha sottolineato che con Damasco i contatti continuano: “Con la
Siria – ha dichiarato - condividiamo lo stesso destino”.
Libia Si
fa sempre più stringente il cerchio interno al regime di Gheddafi. Secondo il premier
britannico Cameron, il rais avrebbe le ore contate. Sulla stessa linea segretario
generale della Nato, Rasmussen, secondo il quale il colonnello “appartiene al passato”.
E in queste ore si moltiplicano le voci di una possibile fuga di Gheddafi, mentre
alcuni media affermano che i ribelli potrebbero concedere la permanenza nel Paese
solo a patto che il rais lasci il potere. Intanto, pieno appoggio alla missione militare
dell’alleanza è stato espresso oggi dal vertice del consiglio Ue. Infine, alcuni ufficiali
del regime che hanno voltato le spalle a Gheddafi hanno denunciato la morte di 15
persone dall’inizio della guerra. Inoltre, in questo momento oltre 30 mila persone
si troverebbero in carcere per motivi legati agli eventi bellici. Cifre che al momento
non trovano alcun riscontro nelle fonti ufficiali.
Afghanistan, ritiro truppe
Usa Secondo i vertici militari statunitensi, il parziale ritiro dall’Afghanistan
deciso dal presidente Obama è troppo rapido, mentre il segretario alla Difesa uscente,
Robert Gates, ha riconosciuto che Obama ha preso in considerazione “la situazione
politica interna” degli Stati Uniti. Le elezioni presidenziali sono previste per il
2012, quando il ritiro di 33 mila uomini sarà terminato, e l’opposizione repubblicana
ha criticato il presidente, ipotizzando rischi per la sicurezza in futuro.
Iraq,
violenza In Iraq sono 21 i morti e oltre 80 i feriti per un triplo attentato
avvenuto ieri sera in un mercato di Baghdad. Secondo le prime ricostruzioni, tra le
vittime ci sarebbe stato anche un imprenditore statunitense che lavorava per l’agenzia
di aiuto allo sviluppo Usaid. secondo la stampa americana, però l’uomo sarebbe stato
ucciso in un altro attacco, avvenuto nel quartiere di Sadr City.
Petrolio
mercato L’Agenzia internazionale dell’Energia (Aiea) immetterà sul mercato
60 milioni di barili di petrolio nei prossimi due mesi, ricorrendo alle riserve strategiche.
L’iniziativa, a cui i soli Stati Uniti contribuiranno con 30 milioni di barili, ha
due soli precedenti: nel 1991 all’epoca della prima guerra del Golfo e nel 2005 dopo
l’uragano Katrina che colpì New Orleans. La decisione è stata motivata con la volontà
di compensare le mancate forniture dovute alla crisi libica: gli analisti ritengono
che l’aumentata offerta di greggio avrà effetti positivi sull’inflazione e la ripresa
economica. Il prezzo del petrolio ha già toccato i minimi degli ultimi 4 mesi: a New
York è poco sotto i 90 dollari al barile.
Sudan Una bozza di risoluzione
presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dagli Stati Uniti prevede l’invio di
4200 soldati etiopi nella regione sudanese di Abyei. L’Abyei è conteso tra la parte
Nord e la parte sud del Paese che si separeranno ufficialmente il 9 luglio e nei giorni
scorsi hanno raggiunto un accordo per la smilitarizzazione dell’area e il dispiegamento
di truppe etiopi a garanzia della pace. Preoccupazione è stata espressa dagli Stati
Uniti anche per la situazione nel Kordofan meridionale, parte del Nord ma in cui abitano
popolazioni filo-sudiste, oggetto negli ultimi giorni, secondo quanto denunciato da
alcune Ong, di attacchi dell’esercito regolare.
Senegal, proteste A
Dakar, in Senegal, almeno 102 persone, tra cui 13 poliziotti, sono rimaste ferite
durante massicce manifestazioni di piazza. I dimostranti protestavano contro un progetto
di riforma costituzionale sponsorizzato dal presidente uscente Abdoulaye Wade, che
prevedeva l’elezione contemporanea del presidente e del vicepresidente nelle consultazioni
in programma per il prossimo febbraio. La proposta, che era vista dall’opposizione
come uno stratagemma per favorire il presidente e suo figlio Karim, è stata però ritirata
dallo stesso capo dello Stato di fronte alla pressione della piazza.
Ucraina Al
via oggi in Ucraina il processo contro l’ex premier Iulia Timoshenko, la leader della
"rivoluzione arancione" pro-occidentale del 2004. E’ accusata di abuso di potere in
merito ai contratti per la fornitura di gas russo nel 2009. La Timoshenko ha dichiarato
al giudice che il processo è una farsa, una vendetta ordita dal presidente Viktor
Yanukovich. Fuori dal tribunale di Kiev migliaia di sostenitori della donna e numerosi
poliziotti in assetto antisommossa.
Francia, batterio E. Coli Otto
persone sono state ricoverate in ospedale a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia,
con colite emorragica e complicazioni. Per una di loro, ha detto stamattina il ministro
della Sanità, Xavier Bertrand, è confermato che si tratta di contaminazione da batterio
E. Coli. Gli altri sono al momento dei casi classificati "sospetti". Non sono stati
evidenziati collegamenti con la contaminazione da batterio E. Coli della settimana
scorsa attorno a Lille, nel nord, in seguito alla quale furono ricoverati in ospedale
in condizioni gravi otto bambini. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra
e Davide Maggiore)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LV no. 175