Chiuso il primo Colloquio internazionale sull'adorazione eucaristica. Padre Lo Feudo:
per annunciare Cristo bisogna nutrirsi di Lui
Insegnare ad adorare il Cristo presente nell’Eucaristia, da dove il cristiano può
prendere consapevolezza e forza della propria missione nella società. Su questo tema
di fondo si sono incontrati a Roma, da lunedì scorso a ieri, i partecipanti al Colloquio
internazionale intitolato “Dall’adorazione all’evangelizzazione”. L’iniziativa è
organizzata dai Missionari della Santissima Eucaristia, una nuova comunità clericale
che il vescovo di Fréjus-Toulon, Dominique Rey, ha riconosciuto nel 2007 con lo specifico
carisma di promuovere l’adorazione eucaristica perpetua nelle parrocchie e nelle chiese
della cristianità. Sui temi del colloquio, Fabio Colagrande ha intervistato
padre Justo Antonio Lo Feudo, missionario della Santissima Eucaristia:
R. – Il cardinale
Cañizares ci ha incoraggiato, ha lanciato quest’idea del convegno – che ancora non
esisteva – sull’adorazione eucaristica. Abbiamo fatto nostra quest’idea e adesso è
diventata realtà.
D. – E’ stato un colloquio internazionale con interventi
importanti_: fra gli altri quello del vescovo di Fréjus-Tolone, che è un po’ il vostro
fondatore...
R. – Sì, mons. Dominique Rey. Al Colloquio hanno partecipato
in totale sette cardinali. Tutti i temi hanno ruotato attorno all’evangelizzazione,
da diversi punti di vista: l’adorazione e la nuova evangelizzazione, la spiritualità
eucaristica, la guarigione, anche l'adorazione e la Sacra Scrittura. E’ stato davvero
un grande ventaglio di prospettive sull’adorazione eucaristica, che ha mostrato soprattutto
la centralità dell’Eucarestia, come pure l’adorazione non come una devozione in più,
facoltativa, ma come necessaria, obbligatoria in quel senso in cui la intendeva Paolo
VI, per il quale era "un dolce dovere adorare il Signore". Considerando che l’adorazione
deve coincidere con la celebrazione, parlare di Eucarestia è quindi parlare dell’adorazione:
non sono termini diversi. Il cattolico adora l’Eucarestia perché sa che l’Eucarestia
è la presenza di Gesù Cristo.
D. – Come descriverebbe il legame importante
che esiste tra l’adorazione eucaristica e la testimonianza, l’evangelizzazione?
R.
– La prima condizione dell’evangelizzazione è l’adorazione, cioè l’incontro con Cristo.
Evangelizzare, dunque, è promuovere quest’incontro. Come diceva il Santo Padre, Benedetto
XVI, la nostra è molto più di una dottrina, va oltre la morale: è un avvenimento,
è l’incontro con Cristo. All’interno dell’Eucarestia c’è perciò la missione: l’Eucarestia
ci fa missionari, ci fa andare a portare quel tesoro che abbiamo ricevuto. Io non
posso donare niente di buono e di bello se non lo ricevo da Dio, e se devo portare
Cristo devo nutrirmi di lui.
D. – La vostra comunità clericale è nata
in Francia per promuovere l’adorazione eucaristica perpetua nelle parrocchie e nelle
comunità cristiane. Come lavorate per ottenere questo scopo?
R. – Ci
sono due possibilità: andare nelle parrocchie, perché i parroci ci chiamano, o nelle
diocesi. Noi andiamo lì tutte le domeniche, per le prediche, e per richiedere ai singoli
l’impegno di almeno un’ora di adorazione a settimana, in modo da coprire tutte le
ore della settimana, che sono 168. Contemporaneamente si costruisce un’organizzazione,
il cui scopo è non far rimanere mai solo il Signore.
D. – Qual è il
primo consiglio che lei darebbe ad un fedele che ha difficoltà a pregare di fronte
all’Eucarestia?
R. – La prima cosa da fare è aprire il cuore, la seconda
è essere perseveranti. A volte non è questione di sensazioni o di sentimenti, ma è
soprattutto una questione di volontà. Il Signore ci chiama ad essere perseveranti.
E’ un atto di fede: la fede è che lui è presente, è lì, e la sua presenza è quella
che conta. Io non posso trovarmi sotto il sole senza che i raggi mi tocchino; non
posso essere sotto la pioggia senza bagnarmi. Allo stesso modo, non posso trovarmi
davanti alla Santissima con un minimo di fede e di apertura di cuore senza che la
grazia mi tocchi e mi trasformi. (vv)