Mosca intenzionata a interrompere le forniture di gas alla Bielorussia
La Russia potrebbe interrompere nei prossimi giorni le forniture di elettricità alla
Bielorussia. La Repubblica ex sovietica, guidata dal presidente Nokolai Lukashenko,
si trova in profonda crisi economica a causa del grave debito pubblico. Mosca rivendica
il pagamento di 37 milioni di euro per forniture energetiche, ma contemporaneamente
sta elargendo un cospicuo prestito a Minsk, a fronte della vendita di aziende pubbliche.
Una situazione intricata che vede la Bielorussia fortemente esposta anche nei confronti
del Fondo monetario internazionale (Fmi). Giancarlo La Vella ne ha parlato
con Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana, esperto dell’area
ex sovietica:
R. – Le forniture
di energia elettrica della Russia alla Bielorussia valgono per il 10, 12 per cento
dei consumi bielorussi, quindi sono importanti, non decisivi. La Russia non è in grado
di “strangolare” immediatamente la Bielorussia, però questa crisi si trascina ormai
da settimane. La Russia chiede il saldo del credito che ha nei confronti della Bielorussia
che è di circa 400 milioni di euro. La Bielorussia non può pagare, quindi la Russia
decide l’interruzione delle forniture; poi riprendono le trattative, la Russia rimanda
e si va avanti così. Io credo che tutto questa durezza del Cremlino serva per poi
poter ammorbidire le posizioni così da preparare e, forse anche favorire, la successione
a Lukashenko. Il regime di Lukashenko è in crisi, l’economia è uno sfacelo, il debito
cresce a vista d’occhio e certamente così non potrà andare avanti più per molto. La
Russia, secondo me, si sta preparando a mettere politicamente le mani sul futuro della
Bielorussia sulla sua posizione strategica importante per gasdotti e oleodotti e anche
per alcune industrie che la Bielorussia ha e che non sono trascurabili come per esempio
quelle del potassio.
D. – Questo attraverso il prestito che Mosca, contemporaneamente,
sta concedendo alla Bielorussia?
R. – Sì, perché la Russia non ha interesse
a distruggere la Bielorussia, a mandarla allo sfacelo, affamarla. Non é un nemico,
è semplicemente un potenziale terreno di espansione politica ed economica. Da un lato,
la sorregge perché il Paese non tracolli, ma dall’altro preme perché il regime si
adegui oppure semplicemente cambi e se ne vada.