Messico: preghiera per la fine delle violenze e processione con le reliquie del Beato
de Palafox
Oggi, in occasione della solennità del Corpus Domini, il cardinale arcivescovo di
México, Norberto Rivera Carrera, presiederà nella capitale una celebrazione eucaristica
nella piazza di Tlaxcoaque, dalla quale poi prenderà il via una processione che si
snoderà fino alla piazza centrale della città, il Zócalo, dove è prevista la lettura
di un messaggio ai fedeli. Ieri invece, si è svolta la processione durante la quale
sono state portate dai fedeli le reliquie del beato Juan de Palafox y Mendoza, lungo
un percorso che si snoderà per le strade del centro storico fino a raggiungere la
cattedrale. Dall’arcivescovado si sottolinea che «è desiderio del cardinale Rivera
Carrera che vengano mantenuti vivi gli atti di religiosità per le strade della città,
come quelli per il Corpus Domini». Nella giornata di sabato, inoltre, si svolgerà
il pellegrinaggio alla basilica di Nostra Signora di Guadalupe di 130 gruppi che compongono
il movimento cattolico Unión de Voluntades, al fine di invocare l’intercessione della
Vergine di Guadalupe e del beato Giovanni Paolo II per la cessazione della violenza
nel Paese. «La nostra organizzazione — ha spiegato Guillermo Bustamante, coordinatore
dell’Unión de Voluntades — invocherà l’intercessione del beato affinché Dio conceda
il dono della pace che tanto desiderano i messicani». Alle preghiere rivolte al beato
Giovanni Paolo II per la riconciliazione nel Paese, si uniranno oggi le invocazioni
dei fedeli, sempre per la pace, al beato Juan de Palafox y Mendoza. Studioso, amante
della musica e «uomo giusto», il beato è stato descritto più volte come il personaggio
più importante del XVII secolo della Nuova Spagna. Nato nella cittadina di Fitero,
in Spagna, nel 1600, Juan de Palafox y Mendoza giunse in Messico, come alto rappresentante
della Corona spagnola per le sue doti spirituali e giuridiche. Divenne poi sacerdote,
nel 1629, e dieci anni dopo ricevette l’ordinazione episcopale. Nominato vescovo di
Puebla de los Ángeles in Messico (Nuova Spagna) ebbe importanti responsabilità come
vicerè e visitatore apostolico. Sia lì, sia in seguito nella provincia di Soria, si
distinse come zelante pastore. Morì a Osma nel 1659. Durante i nove anni di permanenza
nella Nuova Spagna, la sua opera si è caratterizzata per aver difeso la popolazione
indigena, vietando l’uso di qualsiasi metodo di conversione forzata». La comunità
cattolica locale, si osserva, è stata la prima a essere sorpresa per l’interesse mostrato
dalle autorità cittadine in occasione della celebrazione in onore del beato. Le iniziative
di preghiera si svolgono, si sottolinea, in un clima di massima collaborazione con
le autorità cittadine. (L.Z.)