Mercoledì
22 giugno 2011 - Benedetto XVI domenica scorsa ai giovani di San Marino: "Non
fermatevi alle risposte parziali, immediate, certamente più facili al momento e più
comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza,
ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce
– come dice Gesù – non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere,
a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete,
con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta
sull’infinito! "Da dove viene la parola "finestra"? Dalla radice greca "phan",
splendere. Onde anhe il greco "phaino2, illumino e "phaneros", chiaro. Da cui diafano,
"fanè", fiaccola e lo stesso "fenomeno" Il fenomeno è cià che appare, che rende
visibile, ovvero luminosa una parte della realtà. La luce, lo splendore che filtra
da ogni finestra possamo sperimentarla tutti e ogni giorno. La luce che entra dalal
finestra è sinonimo di verità, di illuminazione anche interiore, di comprensione e
di affaccio sul mondo. Vedere ciò che risplende è la vocazione di noi cristiani.
Cristo si manifesta proprio per darci uno sguardo nuovo sulla realtà, sui rapporti
fra noi uomini, per offrirci e garantirci una prospettiva... Le finestre possono
essere chiuse o aperte, spente o illuminate. Ci possiamo affacciare alla fin oppure
contemplarla da fuori,dala strada, e allora immaginiamo la vita dentro la casa; da
come la finestra è addobbata, se c’è un fiore sul davanzale, se si itnravede una tavola
apparecchiata o se c’è qualcuno affaciato ntuiamo tante cose della vita dentro la
casa. Dentro e e fuori: apertura sulla parete dell'edifcio, "occhio" della casa,
la finestra sta a guardia fra pubblico e privato, sul confinie fra dentro e fuori.
La finestra sugerisce comunque una casa, che si apre sul mondo E poi ci sono i
senza casa, quelli costretti a lasciarla, i migranti L’altro ieri, giornata del
migrante è stato presentato il rapporto Italiani nel mondo 2011 dalla fondazione
Migrantes: lo commenta Delfina Licata. E su questo tema, la segnalazione di
un bel libro edito da Bollati Borignhieri , La conoscenza accientale,
di Georges Didi-Hunerman: apparizione e sparizione delle immagini