In prima pagina, un approfondimento sulle nuove forme di "povertà invisibile", "L’Europa
che ha fame". I tagli ai bilanci dell’Unione europea hanno colpito pesantemente i
cittadini più deboli; sono stati infatti ridotti di oltre tre quarti, il 77 per cento,
i fondi della borsa alimentare che distribuisce cibo gratis ai poveri, un programma
di solidarietà europea che da anni sostiene i più vulnerabili e le famiglie che vivono
in condizioni di disagio economico. In base ai dati della Commissione europea ci sono
43 milioni di persone a rischio povertà alimentare, cittadini che non possono permettersi
un pasto decente ogni due giorni.
L'articolo di spalla, firmato da Giuseppe
Versaldi, è invece dedicato alla comune radice del celibato e dell'amore coniugale.
Nel
servizio Internazionale, a pagina 3, un ampio articolo è dedicato al ritiro delle
truppe statunitensi dall’Afghanistan, di cui presto il presidente Obama annuncerà
tempi e modalità.
Nella doppia pagina centrale dedicata alla cultura, Emmanuele
Morandi, intervistato da Silvia Guidi, parla dell'istituto di studi tomistici di Modena
che ha contribuito a fondare negli anni Ottanta, pensato per far conoscere l’opera
di Tommaso d’Aquino, ma soprattutto per far dialogare professionisti del pensiero
e "dilettanti" della filosofia.
Accanto, "Uno scandaglio nell’anima contemporanea.
Arte religiosa e modernità secondo Paolo VI" e un approfondimento sulla nuova Sala
Matisse ai Musei Vaticani.
A pagina 8 ampio spazio viene dedicato alla recente
visita del Papa a San Marino. Mario Ponzi ha intervistato il segretario di Stato per
gli affari esteri della Repubblica di San Marino, Antonella Mularoni. «Il Papa - ha
detto il segretario di Stato sammarinese - ci ha fatto comprendere il valore di un
sano laicismo nato, come il nostro, da profonde radici cristiane. I valori su cui
San Marino ha sempre fondato la sua esistenza e la sua sopravvivenza nei secoli -
e cioè la strenua difesa della libertà e della democrazia, il rispetto dei diritti
fondamentali delle persone e degli altri popoli - sono oggi valori acquisiti dalla
comunità internazionale. Ma è bene continuare a testimoniarli in ogni occasione, perché
a volte prevalgono altri riferimenti. I Paesi piccoli non hanno grandi interessi economici
da difendere e possono dunque levare la loro voce in questa direzione senza condizionamenti
su scelte di principio irrinunciabili».