2011-06-21 12:50:55

Oggi su "L'Osservatore Romano"


In prima pagina, un approfondimento sulle nuove forme di "povertà invisibile", "L’Europa che ha fame". I tagli ai bilanci dell’Unione europea hanno colpito pesantemente i cittadini più deboli; sono stati infatti ridotti di oltre tre quarti, il 77 per cento, i fondi della borsa alimentare che distribuisce cibo gratis ai poveri, un programma di solidarietà europea che da anni sostiene i più vulnerabili e le famiglie che vivono in condizioni di disagio economico. In base ai dati della Commissione europea ci sono 43 milioni di persone a rischio povertà alimentare, cittadini che non possono permettersi un pasto decente ogni due giorni.

L'articolo di spalla, firmato da Giuseppe Versaldi, è invece dedicato alla comune radice del celibato e dell'amore coniugale.

Nel servizio Internazionale, a pagina 3, un ampio articolo è dedicato al ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, di cui presto il presidente Obama annuncerà tempi e modalità.

Nella doppia pagina centrale dedicata alla cultura, Emmanuele Morandi, intervistato da Silvia Guidi, parla dell'istituto di studi tomistici di Modena che ha contribuito a fondare negli anni Ottanta, pensato per far conoscere l’opera di Tommaso d’Aquino, ma soprattutto per far dialogare professionisti del pensiero e "dilettanti" della filosofia.

Accanto, "Uno scandaglio nell’anima contemporanea. Arte religiosa e modernità secondo Paolo VI" e un approfondimento sulla nuova Sala Matisse ai Musei Vaticani.

A pagina 8 ampio spazio viene dedicato alla recente visita del Papa a San Marino. Mario Ponzi ha intervistato il segretario di Stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino, Antonella Mularoni. «Il Papa - ha detto il segretario di Stato sammarinese - ci ha fatto comprendere il valore di un sano laicismo nato, come il nostro, da profonde radici cristiane. I valori su cui San Marino ha sempre fondato la sua esistenza e la sua sopravvivenza nei secoli - e cioè la strenua difesa della libertà e della democrazia, il rispetto dei diritti fondamentali delle persone e degli altri popoli - sono oggi valori acquisiti dalla comunità internazionale. Ma è bene continuare a testimoniarli in ogni occasione, perché a volte prevalgono altri riferimenti. I Paesi piccoli non hanno grandi interessi economici da difendere e possono dunque levare la loro voce in questa direzione senza condizionamenti su scelte di principio irrinunciabili».







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