Libia: per mons. Martinelli le bombe Nato rischiano di fare il gioco di Gheddafi
“La popolazione libica vuole la fine dei raid aerei. Se la Nato continua a lanciare
bombe e fare vittime fra i civili rischia di fare il gioco di Gheddafi, che sta ritornando
ad essere un punto di riferimento per la gente che in questo momento sente il bisogno
di un leader”. È quanto afferma all'agenzia AsiaNews, mons. Giovanni Martinelli, vicario
apostolico di Tripoli. “La Nato pur ammettendo di aver ucciso civili, continua a bombardare
– sottolinea – la popolazione è disgustata da questo atteggiamento, che non risolve
nulla”. Ieri, nella località di Sorman (70 km a est di Tripoli) i raid hanno distrutto
l’abitazione di Khouildi Hamidi, fra i fedelissimi del rais, considerato da fonti
locali molto amato dalla gente. Secondo il regime vi sarebbero almeno 19 vittime civili,
fra cui 8 bambini. Finora la Nato ha ammesso il bombardamento, specificando la natura
militare e strategica dell’obiettivo e nega di aver fatto vittime. Mons. Martinelli
spiega che questi fatti allontanano la possibilità di un accordo diplomatico prima
di settembre, termine fissato dalla Nato per la fine delle operazioni militari. Il
prelato dice che “se i leader di entrambe le parti non ricorrono alla via diplomatica
il futuro della Libia si fa sempre di più incerto”. (R.P.)