Pakistan: ieri la Giornata di preghiera contro le violenze anticristiane
Ha raccolto l’adesione entusiastica delle comunità cristiane di tutte le confessioni
e anche delle altre comunità religiose presenti, la Giornata di preghiera per il Pakistan
che si è svolta ieri in risposta al moltiplicarsi delle violenze anticristiane che
si susseguono nel Paese, specialmente nella provincia del Punjab. Uno degli ultimi
casi è stato segnalato dalla Fides: si tratta della vicenda d Farah Hatim, una giovane
cattolica costretta con la forza a convertirsi all’Islam e a sposare un musulmano
a Rahim Yar Khan. Il consigliere speciale del Primo ministro per gli Affari delle
minoranze religiose ha detto di aver promosso l’avvio di un’indagine per accertare
se la ragazza sia davvero trattenuta contro la sua volontà, mentre il suo caso è arrivato
in Parlamento. Ancora più drammatica, se possibile, la storia di Rani Masih, una donna
di 35 anni, madre di tre figli e affetta da tubercolosi, che tre mesi fa ha lasciato
la famiglia musulmana presso la quale era domestica a causa delle proprie condizioni
di salute e in cambio ha ottenuto una denuncia di furto da parte della stessa, convalidata
dalla complicità delle forze dell’ordine che le hanno estorto una dichiarazione di
colpevolezza. Un sacerdote di Muzaffargarh, di cui la cittadina di Sultan dove è avvenuto
il fatto è distretto, padre Sajid Masih, ha raccontato all'agenzia AsiaNews come spesso
nel Punjab famiglie cristiane, per fame e per necessità, siano costrette al lavoro
forzato. La data scelta per la Giornata di preghiera, il 19 giugno, coincide con la
celebrazione in Pakistan della Festa del papà: “Vogliamo ringraziare il nostro Padre
che è nei cieli e chiedere la sua benedizione per la nostra terra, che vive una situazione
difficile – ha detto Haroon Barkat Masih, direttore della Masihi Foundation, impegnata
nella difesa dei cristiani e promotrice dell’iniziativa – vogliamo creare ponti tra
comunità diverse, essere voce degli emarginati, costruire una società tollerante e
armoniosa”. La Giornata ha trovato l’appoggio del vescovo di Islamabad-Rawalpindi,
mons. Anthony Rufin: “Apprezziamo l’iniziativa, che manda un messaggio chiaro: i cristiani
pregano per il loro Paese in un momento cruciale per il futuro, hanno sempre avuto
un ruolo positivo per lo sviluppo, ma ancora oggi sono discriminati e a volte perseguitati
– ha detto – vogliamo dire che siamo pienamente pakistani e preghiamo il Padre celeste
per la pace in Pakistan”. Consensi sono arrivati anche dal leader della comunità Sikh,
Sardar Kalyan Singh: “La giornata porta un messaggio di speranza a tutte le comunità,
specialmente alle minoranze”, e dallo studioso musulmano Mehfooz Ahmed Khan: “Il Pakistan
ha bisogno di tali iniziative per promuovere l’armonia. Deploriamo le violenze che
i cristiani subiscono nel Punjab”. (A cura di Roberta Barbi)