2011-06-20 14:15:55

Mons. Luigi Negri: la visita del Papa a San Marino, prima pietra del rinnovamento diocesano


C’è bisogno di un rinnovamento profondo della diocesi a partire da ciò che il Papa ci ha detto: è questo il pensiero di sintesi del vescovo di San Marino-Montefeltro, Luigi Negri, all’indomani della visita pastorale di Benedetto XVI. Al microfono di Alessandro De Carolis, mons. Luigi Negri riflette sulla realtà sociale della sua diocesi alla luce delle parole del Papa: RealAudioMP3

R. – Io ho avuto la percezione direi “fisica” che il Papa stesse facendo un grande annuncio di fede e di umanità, e che quindi con molta decisione, ma insieme con tanta amabilità, sia andato al cuore della questione, provocando la libertà di ciascuno di quelli che erano lì, di fronte alla proposta della presenza di Cristo. Scavalcando, quindi, da un lato tutti i timori, le incertezze, le difficoltà che sono legate al momento e al temperamento dei giovani, ma dall’altra, relativizzando in modo “radicale” tutto quel concerto di obiezioni al cristianesimo che vengono dalla mentalità dominante. Quindi, io credo che sia stata una proposta autentica, adeguata, pertinente al giovane del Terzo Millennio.

D. – Le domande che all’inizio i giovani hanno rivolto al Papa sono state, da un lato, lo specchio della realtà difficile che vivono ma, dall’altro, anche il segno di una ricerca di qualcosa che sia più stabile, in un mondo oggi per loro molto avaro di certezze. Volevo chiederle: ha avuto delle eco immediate di cosa abbiano suscitato in loro queste parole?

R. – Hanno recepito in modo positivo questa grande provocazione. E’ come se, già credenti oppure in ricerca o magari anche lontani ma non pregiudizialmente, si siano sentiti provocati ad assumere una posizione loro, in prima persona. E questo fa nascere l’educazione.

D. – Anche la sana laicità, intesa come rispetto della vita e della famiglia, evocata da Benedetto XVI nel discorso ai Capitani Reggenti, è un valore di estrema attualità …

R. – Io credo che lì il Papa abbia riproposto uno dei punti sui quali mi sono soffermato di più, in questi anni: che la tradizione di libertà di San Marino non è un individualismo che, irresponsabilmente, si traduce nel fare tutto quello che pare e piace – dalle banche al patrimonio, tanto per indicare due degli aspetti della Repubblica di San Marino – ma è una responsabilità. C’è una responsabilità che ciascuno si assume di fronte alla sua persona, di fronte alla sua coscienza, di fronte alle situazioni, di fronte alla realtà sociale. E quindi, il Papa ha fatto capire che l’attualità di San Marino è legata alla responsabilità con cui questa popolazione, questa società rispondono – a partire dalla fede – alle circostanze certo non facili in cui si trovano oggi.

D. – Dopo le sensazioni a caldo, l’entusiasmo, il calore, si apre per la vostra diocesi la pagina del “dopo”. Pagina che inizia da dove, eccellenza?

R. – Io ci sto pensando: nasce, secondo me, da una puntualizzazione, da un messaggio che vorrò fare a tutto il popolo e il clero. Poi, io ho intenzione, su questo, di fare la tre-giorni del clero che tradizionalmente teniamo in settembre, perché è necessario un ripensamento globale della stessa vita, della stessa struttura della diocesi. E' necessaria, perché ormai le situazioni sono tali per cui non si può andare avanti senza un continuo aggiornamento. Si tratta di fare un ragionamento a partire da quello che il Papa ci ha proposto. (gf)







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