2011-06-18 16:02:23

Stati Uniti, in aumento l’impegno caritativo dei Cavalieri di Colombo


I Cavalieri di Colombo, l’Ordine fondato dal venerabile padre Michael Joseph McGivney negli Stati Uniti, hanno riscontrato nel 2010 un costante aumento delle donazioni e delle ore di volontariato. A riferirlo è l’Osservatore Romano che, analizzando il rapporto annuale dell’ordine, ha contato in oltre 154 milioni di dollari la quantità di fondi raccolta dai fedeli e in oltre 70 milioni le ore di servizio dei volontari in attività di sostegno e di aiuto, sia a livello nazionale che internazionale. Si tratta di un trend in crescita. Già nel 2009, infatti, i contributi caritativi ammontavano a poco più di 151 milioni di dollari, con un milione in più rispetto al 2008, mentre le ore di volontariato prestate erano state invece 69 milioni. I membri dell’organizzazione, ha sottolineato il cavaliere supremo, Carl A. Anderson, “hanno allargato in maniera significativa nel 2010 il loro impegno a favore di tutti coloro che versano in difficoltà e continueranno a farlo, perché le difficoltà economiche stanno colpendo molte persone nelle nostre comunità”. L’associazione, ha aggiunto il cavaliere, “è quindi sempre più coinvolta nell’affrontare i bisogni del prossimo”. Fondato nel 1882, l’Ordine conta più di un milione e 800 mila membri nel mondo e ha donato negli ultimi dieci anni quasi un miliardo e mezzo di dollari. Nei mesi scorsi, l’attività si è concentrata, a livello nazionale, soprattutto nel sostegno alle comunità colpite dai tornado in Alabama, North Carolina e Missouri. I volontari sono tuttora impegnati nella ricostruzione delle strutture distrutte dagli eventi naturali e nel fornire ogni genere di aiuti alle famiglie. A livello internazionale prosegue, fra l’altro, l’opera di sostegno alle famiglie di Haiti all’interno delle strutture sanitarie dopo l’avvenuto terremoto del 2010. I Cavalieri di Colombo hanno messo a disposizione, in collaborazione con l’organizzazione no-profit “Project Medishare”, un milione di dollari per l’acquisto di protesi per i bambini haitiani che hanno subito amputazioni, in seguito alle gravi lesioni degli arti provocate dal crollo degli edifici. Oltre cento bambini, hanno beneficiato finora dell’assistenza di medici e volontari, mentre un altro migliaio sono stati forniti di sedie a rotelle per la deambulazione. A Port-au-Prince è stato aperto anche un laboratorio di protesi, che funziona come scuola di formazione del personale tecnico necessario per l’apertura di ulteriori laboratori. A tale riguardo, sono diversi i cittadini haitiani che già lavorano stabilmente all’interno della struttura come tecnici di riabilitazione, mentre altri allievi sono attualmente impegnati nei corsi: una speranza dunque concreta anche sul fronte della disoccupazione. (M.R.)







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