Migliaia i fedeli attesi per la visita pastorale di Benedetto XVI alla diocesi di
San Marino-Montefeltro. Interviste con mons. Luigi Negri e il ministro degli Esteri,
Anotenlla Mularoni
Tutto pronto nella Diocesi di San Marino – Montefeltro, che domani riceverà la visita
di Benedetto XVI. Una giornata intensa di appuntamenti, che porterà il Pontefice prima
nella Repubblica più antica del Mondo, e poi a Pennabilli, in provincia di Rimini,
sede vescovile della diocesi. Da San Marino, il servizio del nostro inviato, Salvatore
Sabatino:
“Signore,
accresci in noi la fede”. Lo slogan scelto dagli organizzatori descrive bene questa
breve, ma intensa visita. Benedetto XVI viene nella Diocesi di San Marino-Montefeltro
per incontrare una Chiesa antichissima che a gran voce vuole essere riconfermata
nella fede; una società che chiede al Papa di indicare la strada da seguire per uscire
da quel secolarismo che la attanaglia. E non è un caso che le richieste di partecipazione
siano state così grandi: 22 mila i fedeli che parteciperanno alle celebrazioni, 4.000
i giovani che incontreranno il Santo Padre a Pennabilli. ''Un sammarinese su tre vuole
vedere il Papa'', ha detto il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri,
che parla di un evento principalmente di fede, ''segno evidente che i popoli della
Diocesi e della Repubblica del Titano nel loro insieme, - ha aggiunto - e non solo
i cristiani, sentono l’importanza di questa visita''.
Una giornata,
quella di domani, che si concentrerà nella prima parte nella Repubblica di San Marino,
dove il Papa arriverà intorno alle 9.15. Alle 10.00 la Messa nello Stadio di Serravalle,
durante la quale Benedetto XVI terrà l’omelia e guiderà al termine la preghiera dell’Angelus.
Saranno oltre 30 i concelebranti, fra cui i vescovi dell'Emilia - Romagna e alcuni
delle Marche delle diocesi più vicine. Poi il trasferimento alla Casa San Giuseppe,
in località Valdragone, per il pranzo; nella stessa struttura saluterà gli organizzatori
diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale “Giovanni Paolo
II”. A seguire poi la salita sul Monte Titano, cuore pulsante di questo piccolo Stato,
la Repubblica più antica del mondo; qui avverrà l’incontro con le sue istituzioni,
con una rappresentanza del corpo diplomatico, la visita nella Basilica di San Marino
ed infine il trasferimento a Pennabilli, in provincia di Rimini, sede vescovile della
Diocesi, scenario di quello che sarà il momento, forse più emozionante di questa visita
pastorale: l’incontro con i giovani.
La diocesi di San Marino–Montefeltro
è unica nel suo genere: racchiude due Stati sovrani - San Marino ed Italia - e conta
81 parrocchie, delle quali 38 ubicate nelle Marche, 31 in Emilia-Romagna e 12 nella
Repubblica di San Marino. Sulle caratteristiche sociali di questa diocesi, il nostro
inviato a San Marino Salvatore Sabatino, ha intervistato il vescovo
mons. Luigi Negri:
R. – L’orientamento fondamentale
del cuore di queste popolazioni è ancora verso la tradizione della fede, di cui hanno
vissuto per secoli e che, come ho già detto al Santo Padre, ha reso possibile la creazione
di una cultura e di una civiltà autenticamente umana. Ma poi, anche queste popolazioni
sono state investite dall’onda lunga del secolarismo e dell’anticattolicesimo che
mi sembra che in qualche modo abbia conquistato – o stia conquistando – la ragione.
Per cui, se con il cuore sentono la fede, con la mente ragionano come i mass media.
E questo stabilisce la singolare debolezza di questa Chiesa, come del resto avviene
per quasi tutte le Chiese, almeno quelle dell’Occidente europeo: la debolezza che
esige che la fede ritorni ad essere forma della cultura.
D. – Lei parla
spesso della gioia di un popolo che vive l’opportunità di incontrarsi con il Pastore
supremo della fede e della Chiesa. Non a caso, nella preparazione ha volutamente evitato
ogni concessione al folklore…
R. – Certamente. Abbiamo avuto due assi
di riferimento per questa preparazione. Una grande peregrinatio di Maria Santissima,
quella della Beata Vergine delle Grazie che nel 1489 pianse dall’affresco in cui è
raffigurata e che ancora oggi è all’interno del grande Santuario diocesano. L’altro
asse è stato quello culturale: approfondire nei vari incontri nelle parrocchie, nei
gruppi, nelle associazioni, la figura del Pontefice, la sua funzione. Tutto questo
ha avuto, come espressione sintetica e definitiva, la presentazione del libro del
Papa su Gesù di Nazareth, fatta lo scorso 31 maggio dal cardinale Caffarra proprio
qui, in uno dei luoghi più prestigiosi di San Marino.
D. – Quella che
troverà il Pontefice sarà una realtà che sta pagando un prezzo molto alto sul fronte
della crisi economica: scende la produzione industriale, aumenta la disoccupazione
e con essa aumenta anche il dissenso. Quanto questa visita di Benedetto XVI può aiutare
a risollevare gli animi?
R. – Io credo che il primo consistente aiuto
che sono certo il Papa darà è quello di far percepire ad ogni singola persona che
le crisi, oltre che da congiunture di carattere economico-sociale, dipendono da una
crisi antropologica. E’ necessario che il popolo di San Marino si renda conto che
è necessario recuperare la grande tradizione di libertà di San Marino, ma la libertà
è una responsabilità: una responsabilità verso se stessi, verso gli altri, verso le
persone, verso le cose… Soltanto un’umanità che si risvegli alla propria esperienza
umana ha poi anche la forza, il coraggio di affrontare la crisi nei suoi aspetti specifici,
e quindi di mettere in campo anche tutte le strategie di carattere tecnico per affrontare
e risolvere i problemi.
D. – Il Pontefice incontrerà i giovani a Pennabilli,
ultimo atto di questa breve ma intensa visita. Ha avuto modo di parlare con loro?
Cosa si aspettano da questo incontro?
R. – Si aspettano parole forti
per la loro vita umana, ancor prima che cristiana; che facciano fuggire la tentazione
di questa sopravvivenza ai margini della società che caratterizza il mondo giovanile
non soltanto qui. Questi giovani non sono carnefici: sono vittime. Su di loro sono
state fatte le più assurde operazioni di carattere ideologico e di carattere economico.
Noi come Chiesa abbiamo fatto un lungo ed intenso lavoro per riprendere qualche sintomo
positivo di un riaccostamento dei giovani alla Chiesa, ma certo l’aiuto che può dare
il Papa a riaprire la realtà della Chiesa alle loro esigenze umane e cristiane sarà
eccezionale. Per questo ho voluto fino in fondo che il Papa venisse a Pennabilli,
e ho voluto fino in fondo che l’incontro di Pennabilli fosse per i giovani. (gf)
Oltre
ad un importante momento di fede per la Repubblica di San Marino, la visita di Benedetto
XVI rappresenta una straordinaria occasione per ribadire al mondo intero i princìpi
sui quali si basa questa antichissima repubblica, che sono poi la pace,la tolleranza
e la difesa dei diritti umani. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino,
ha intervistato Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli
Affari Esteri della Repubblica di San Marino:
R. - Assolutamente sì:
è la libertà, ma sono anche i valori cristiani sui quali la comunità sanmarinese ha
da sempre basato la sua non solo origine, ma la sua vita e la sua esistenza. E oggi
questi stessi valori - che sono anche il rispetto dei diritti degli altri, la responsabilità
e il rispetto di tutti - sono la bandiera che noi portiamo avanti a livello internazionale.
D. - Signor ministro, lei ha detto che le parole del Pontefice saranno
un dono prezioso per la vostra Repubblica. Come verrà custodito dalla società e dalle
istituzioni di San Marino?
R. - Certamente, la visita del Santo Padre
è stato un grandissimo regalo e come fu per la visita del suo predecessore, le sue
parole saranno custodite in primis dai Capitani Reggenti della nostra Repubblica,
che sono i capi di Stato, ma anche da tutti noi e da tutte le istituzioni che attendono
con grande impazienza ormai questo evento, perché sono certi che il Santo Padre ci
saprà indicare anche le vie migliori da seguire per il futuro.
D. -
Le vie migliori soprattutto sul fronte della crisi economica che ha colpito in maniera
importante questa Repubblica: quanto le parole del Papa riusciranno a risollevare
gli animi, per esempio dei giovani che sono i più colpiti da questa crisi?
R.
- Penso che il Santo Padre riuscirà a fare tantissimo in questa direzione. E’ chiaro
che il terreno economico va rilanciato con regole e con strumenti diversi da quelli
immediatamente riconducibili alla fede. Ma il fatto di essere cristiani può consentire
uno sviluppo economico diverso e più rispettoso dei bisogni, dei diritti e degli interessi
di tutti. (mg)