Grecia: rimpasto di governo per fronteggiare austerity e tensioni
In Grecia è stato presentato l’annunciato rimpasto di governo: nomi nuovi per le finanze,
ma anche per gli Esteri e gli Interni dopo mesi di proteste e scioperi contro il piano
di austerity proposto nella fase di grave crisi economica. Il servizio di
Fausta Speranza:
Dopo settimane
di trend più che preoccupante, stamane, si è subito attenuata la pressione sui titoli
di Stato della Grecia con i rendimenti che segnano un calo dopo aver toccato livelli
record. Ma resta tutto l’allarme. Alla nuova squadra di governo spetterà di sanare
quell’instabilità politica che impediva all’Unione Europea di avere fiducia nei confronti
di Atene per poter assicurare il sostegno di Bruxelles. Ieri, la Commissione europea
ma anche il Fondo monetario internazionale hanno chiarito che per la Grecia non esiste
un 'piano B'. L'unica strada percorribile è quella di concedere subito i 12 miliardi
della quinta tranche del prestito Ue-Bce-Fmi e trovare poi un'intesa, al più tardi
entro settembre, sul secondo piano di salvataggio. Sempre che ad Atene, appunto, il
nuovo governo e il Parlamento trovino prestissimo un'intesa per realizzare il programma
di risanamento e di riforme concordato proprio con le istituzioni internazionali.
Da parte sua, il presidente dell’eurogruppo Juncker fa sapere che anche per la cosiddetta
seconda tranche di aiuti non si dovrebbe aspettare fino a settembre. In realtà tra
i 27 e la Bce resta da chiarire come assicurare risorse per salvare la Grecia, in
particolare sulle modalità di partecipazione dei privati. A questo proposito, nell’atteso
incontro con il presidente francese Sarkozy, la cancelliera tedesca Merkel ha sottolineato
che la partecipazione dei creditori privati al salvataggio della Grecia può avvenire
solo su base volontaria. In conferenza stampa congiunta i leader di Germania e di
Francia hanno ribadito la necessità di evitare un default della Grecia sostenendo
anche per la Grecia l'iniziativa di Vienna, che prevede che le banche rinnovino su
base volontaria i prestiti evitando così l'insolvenza. È stata la strategia adottata
nel 2009 per i Paesi dell'Europa dell'Est.