Emergenza disoccupazione a Gaza: quasi la metà della popolazione è senza lavoro
Si acuisce l’emergenza disoccupazione nella Striscia di Gaza dove, secondo l’ultimo
rapporto dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, il tasso di senza lavoro è
pari al 46% della popolazione, il più alto del mondo. I disoccupati sono oltre 260mila
persone su 1,5 milioni di abitanti, si tratta di persone che vivono grazie agli aiuti
umanitari. Padre Marcelo Gallardo, vice-cancelliere del Patriarcato latino di Gerusalemme,
spiega all'agenzia AsiaNews che “a causa del blocco Gaza è isolata dal resto del mondo.
Il porto è chiuso, non vi è circolazione di merci, ci vogliono ore per passare i posti
di blocco al confine con Israele. Ciò rende impossibile qualsiasi tentativo di sviluppo”.
Secondo il documento Onu, l’amministrazione pubblica è l’unica realtà che offre posti
di lavoro, impiegando circa oltre 200mila persone. A tali posti si accede spesso per
appartenenza politica e conoscenze. Oltre al blocco uno dei principali fattori di
arretratezza della Striscia è la corruzione. Secondo l’Indice di percezione della
corruzione (Cpi) la Palestina è fra i 50 Paesi più corrotti del mondo. Per padre Gallardo
questa situazione di stallo politico ed economico disincentiva l’iniziativa privata
e la ricerca di un lavoro. Il sacerdote spiega che oltre all’amministrazione statale
la Chiesa è fra le poche realtà attive sul campo. Essa offre lavoro a centinaia di
persone attraverso opere di assistenza sociale e tre scuole considerate le migliori
della Striscia di Gaza. Il sacerdote giudica positivi i tentativi di collaborazione
fra Fatah e Hamas, che possono dare stabilità, almeno sul piano istituzionale, rendendo
più agevole la nascita di uno Stato palestinese. “Con la collaborazione fra i due
partiti – sottolinea - forse ci sarà qualche miglioramento. Ma se resta l’embargo
è difficile un cambiamento sostanziale della situazione economica e sociale della
Striscia”. (M.G.)