L’Onu denuncia: in Siria “orrenda” situazione dei diritti umani
L’Onu esorta il presidente Assad a varare “riforme prima che sia troppo tardi” e definisce
“orrenda” la situazione dei diritti umani in Siria. Intanto, continua la repressione
in varie zone del Paese. Davide Maggiore:
Il segretario
generale dell’Onu chiede ad Assad di “proteggere il popolo, rispettare i suoi diritti
e dare ascolto alle sue rivendicazioni”. L’appello di Ban Ki-moon segue un rapporto
dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che denuncia una repressione
brutale e una drammatica situazione dei diritti umani. I morti sarebbero oltre 1100
e più di 10 mila gli arresti. Sotto accusa in particolare l’uso eccessivo della forza,
le detenzioni arbitrarie e casi di tortura. Le Nazioni Unite hanno deciso di inviare
una missione d’inchiesta in Siria da oltre un mese ma, ha notato Pillay, il governo
non ha ancora concesso le autorizzazioni necessarie. Intanto, carri armati sono ancora
schierati in molte parti del Paese contro le proteste: dalle regioni dell’est, confinanti
con l’Iraq, alla località, già abbandonata da migliaia di profughi, di Maarrat an
Numan, a poca distanza dalla frontiera turca. E proprio in Turchia è arrivato ieri
il ministro degli Esteri di Damasco per incontrare le autorità di Ankara. Nei giorni
scorsi, il premier turco, Erdogan, in passato vicino alla Siria, aveva criticato l’uso
della forza contro i civili da parte delle truppe di Assad. E intervengono oggi anche
Russia e Cina: con un comunicato congiunto fanno sapere di essere contro qualsiasi
ingerenza straniera nelle crisi in corso in Siria e in altri Paesi arabi.