Italia, parere favorevole alla pillola dei 5 giorni dopo. Scienza e vita: è un metodo
abortivo presentato come contraccezione
In Italia, il Consiglio Superiore di Sanità ha dato parere favorevole all'unanimità
alla pillola dei 5 giorni dopo, "Ella One". Ora la decisione per la commercializzazione
passa all’Agenzia del Farmaco. Si tratta di una molecola che funziona fino al quinto
giorno successivo ad un rapporto sessuale e per il Css non costituisce un metodo abortivo,
ma un contraccettivo di emergenza controindicato in presenza di gravidanza. Per tale
motivo il Consiglio chiede che la prescrizione venga effettuata solo dopo il test
di gravidanza Beta Hcg. Critiche arrivano da da "Scienza e Vita": secondo il presidente
Lucio Romano da un punto di vista culturale "si rischia di presentare l’aborto
come metodo contraccettivo”. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. – La pillola
dei 5 giorni dopo si caratterizza per una molecola che appartiene allo stesso gruppo
farmacologico dell’RU 486, che viene usato in Italia nell’aborto chimico fino entro
la settima settimana di gravidanza.
D. – Come agisce?
R.
– La molecola, se viene assunta prima dell’ovulazione può o inibire l’ovulazione o
ritardare l’ovulazione; se invece viene assunta dopo l’ovulazione e con un rapporto
che è stato fecondante, evidentemente svolge la sua azione di impedimento all’annidamento
dell’embrione: infatti dal quarto, quinto giorno l’embrione è già in prossimità dell’utero
per poter svolgere ulteriormente il suo processo di evoluzione della gravidanza. In
poche parole, che cosa sta accadendo con la pillola dei cinque giorni dopo? Si sta
mistificando un processo che può essere di tipo abortivo, presentandolo invece come
un processo di tipo contraccettivo. Quindi l’aborto, sotto il profilo culturale, si
fa contraccezione.
D. – Tuttavia il Consiglio Superiore di Santità raccomanda
che la pillola dei cinque giorni dopo venga prescritta esclusivamente dopo aver effettuato
un test di gravidanza…
R. – E’ un’espressione – devo dire – molto equivoca,
perché nessuna donna, che ha avuto un rapporto ritenuto fecondante, avrà mai la possibilità
di poter saper con certezza se il test di gravidanza è positivo o meno.
D.
– Ma, a livello medico, c’è un’intesa comune su quando parlare di contraccezione e
quando parlare di metodo abortivo?
R. – Sicuramente. C’è una definizione
molto chiara che definisce un metodo contraccettivo, quando cioè impedisce l’incontro
dello spermatozoo con l’ovocita: questo è un metodo contraccettivo. Tutti gli altri
metodi che non impediscono l’incontro dello spermatozoo con l’ovocita, ma che impediscono
lo sviluppo dell’ovulo fecondato, sono sicuramente dei metodi abortivi. (mg)