Immigrazione irregolare. Il governo allunga a 18 mesi il trattenimento nei Cie
Immigrazione al centro dei provvedimenti approvati oggi dal Consiglio dei Ministri.
Dai 26 milioni di aiuti a Lampedusa alla procedura di espulsione coattiva immediata
per gli extracomunitari clandestini e per i comunitari che commettono violazioni.
E mentre l’Italia si prepara a firmare con il Consiglio di Transizione Libico un accordo
di cooperazione per prevenire e contrastare il flusso di immigrazione irregolare,
fa discutere il provvedimento del governo di prolungare il trattenimento nei Cie
– centri di identificazione ed espulsione - da sei a 18 mesi. Paolo Ondarza ha
raccolto il parere di Christofer Hein, direttore del Cir, Consiglio Italiano
Rifugiati:
Sull’allungamento
dei tempi di trattenimento degli immigrati nei Cie interviene anche la Fondazione
Migrantes della Cei. Per il direttore mons. Giancarlo Perego il provvedimento esaspera
la situazione e rivela un incapacità politica”. “Il problema vero non sono tanto i
tempi, quanto il luogo di trattenimento: i Cie – spiega mons. Perego al Sir - non
sono un centro dove le persone vengono tutelate, ma una forma di carcerazione dove
mancano percorsi che possano portare ad un discorso lavorativo, scolastico e di tutela
più generale. “La clandestinità – prosegue mons. Perego – non è un reato. Bisognerebbe
riflettere – conclude - sui rimpatri assistiti, che l'Ue ha molto sollecitato ma che
l'Italia non ha ancora normato”.
L’accoglienza di cerca rifugio in Europa
per una vita migliore è un dovere dei governi, che devono fare tutto il possibile
per soccorrere i barconi avvistati in mare. E' quanto ha affermato monsignor Antonio
Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti,
durante la veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l'Europa.
L’evento è stato promosso stasera nella basilica di Santa Maria in Trastevere dalla
Comunità di Sant'Egidio.