2011-06-16 15:24:26

Il Consiglio Onu dei diritti dell'uomo approva la Convenzione sul lavoro domestico. Mons. Tomasi: doveroso tutelare chi svolge mansioni "invisibili"


In occasione della 100.ma Conferenza Internazionale del Lavoro di Ginevra, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato oggi a larga maggioranza la Convenzione Onu sui diritti del lavoro domestico. Votate anche le raccomandazioni che rendono operativi alcuni punti specifici della Convenzione. Marco Guerra ne ha parlato con l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu a Ginevra:RealAudioMP3

R. – Si è raggiunta una tappa molto importante, perché già dagli anni Sessanta si era cominciato, nell’Organizzazione internazionale del lavoro, a parlare della necessità di una protezione particolare per i lavoratori domestici perché venivano visti, come sono tuttora, come una categoria di lavoratori invisibili, dal momento che lavorano dentro le pareti domestiche. Non hanno mai avuto grandi unioni sindacali a proteggerli e la maggior parte di queste persone sono donne e spesso donne emigrate, venute da vari Paesi per servire nelle famiglie le persone anziane, i bambini.

D. – Quali sono le principali raccomandazioni che vengono rivolte ai governi?

R. – Elencano condizioni perché il lavoro sia decente, sia accettabile. Danno libertà per formare unioni sindacali a favore di queste persone. Insistono sulla remunerazione equa senza discriminazioni. In particolare, vogliono proteggere le norme di questa nuova Convenzione: c'è attenzione per i minorenni, soprattutto le ragazze minorenni che in alcuni Paesi vengono utilizzate per il lavoro domestico; c’è l’attenzione a fare in modo che nell’alloggio dentro la casa dove queste persone risiedono vi sia un minimo di vita privata e che, per esempio, quando non lavorano che abbiano il diritto di uscire di casa, di avere un momento di riposo giornaliero. C’è tutta una serie di provvedimenti che segnano un passo in avanti nella protezione di persone che, si calcola, sono tra i 50 e 100 milioni nel mondo.

D. – Dietro il suo impegno, eccellenza, si intravede il lavoro di tanti cattolici che si sono spesi per la realizzazione di questo documento...

R. – Infatti, gruppi come l’Azione cattolica internazionale per l’emigrazione, il Movimento per i lavoratori domestici in India, l’Opera internazionale Kolping e molte altre organizzazioni di ispirazione cattolica hanno lavorato intensamente e in maniera efficace per arrivare a questo punto: continueranno e si stanno già organizzando per promuovere la ratificazione della Convenzione nei vari Paesi. (bf)







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