Il Consiglio Onu dei diritti dell'uomo approva la Convenzione sul lavoro domestico.
Mons. Tomasi: doveroso tutelare chi svolge mansioni "invisibili"
In occasione della 100.ma Conferenza Internazionale del Lavoro di Ginevra, il Consiglio
dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato oggi a larga maggioranza la Convenzione
Onu sui diritti del lavoro domestico. Votate anche le raccomandazioni che rendono
operativi alcuni punti specifici della Convenzione. Marco Guerra ne ha parlato
con l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa
Sede presso l’Ufficio Onu a Ginevra:
R. – Si è
raggiunta una tappa molto importante, perché già dagli anni Sessanta si era cominciato,
nell’Organizzazione internazionale del lavoro, a parlare della necessità di una protezione
particolare per i lavoratori domestici perché venivano visti, come sono tuttora, come
una categoria di lavoratori invisibili, dal momento che lavorano dentro le pareti
domestiche. Non hanno mai avuto grandi unioni sindacali a proteggerli e la maggior
parte di queste persone sono donne e spesso donne emigrate, venute da vari Paesi per
servire nelle famiglie le persone anziane, i bambini.
D. – Quali sono
le principali raccomandazioni che vengono rivolte ai governi?
R. – Elencano
condizioni perché il lavoro sia decente, sia accettabile. Danno libertà per formare
unioni sindacali a favore di queste persone. Insistono sulla remunerazione equa senza
discriminazioni. In particolare, vogliono proteggere le norme di questa nuova Convenzione:
c'è attenzione per i minorenni, soprattutto le ragazze minorenni che in alcuni Paesi
vengono utilizzate per il lavoro domestico; c’è l’attenzione a fare in modo che nell’alloggio
dentro la casa dove queste persone risiedono vi sia un minimo di vita privata e che,
per esempio, quando non lavorano che abbiano il diritto di uscire di casa, di avere
un momento di riposo giornaliero. C’è tutta una serie di provvedimenti che segnano
un passo in avanti nella protezione di persone che, si calcola, sono tra i 50 e 100
milioni nel mondo.
D. – Dietro il suo impegno, eccellenza, si intravede
il lavoro di tanti cattolici che si sono spesi per la realizzazione di questo documento...
R.
– Infatti, gruppi come l’Azione cattolica internazionale per l’emigrazione, il Movimento
per i lavoratori domestici in India, l’Opera internazionale Kolping e molte altre
organizzazioni di ispirazione cattolica hanno lavorato intensamente e in maniera efficace
per arrivare a questo punto: continueranno e si stanno già organizzando per promuovere
la ratificazione della Convenzione nei vari Paesi. (bf)