Grecia, trema il governo. L'arcivescovo di Atene: tanta gente chiede aiuto, specie
i profughi
La Grecia nel caos. Dopo le manifestazioni di ieri contro le misure di austerity per
far fronte alla crisi, il premier Papandreu in un primo momento ha parlato di dimissioni,
poi ha optato per il rimpasto di governo. Entro martedì prossimo si avrà il voto di
fiducia del parlamento, mentre i problemi economici del Paese continuano a suscitare
importanti ripercussioni a livello europeo. Sulla difficile situazione Luca Collodi
ha intervistato l’arcivescovo cattolico di Atene, mons. Nicolas Foskolos:
R. - Viviamo
veramente una situazione molto difficile, perché dall’entrata della Grecia nell’allora
Mercato comune, e poi nell’Unione Europea, i nostri politici hanno sfruttato tutto
il denaro che veniva dall'Europa comunitaria senza fare ciò che era previsto dalle
direttive europee, cioè di aiutare lo sviluppo della nazione. Il popolo non ha avuto
nulla.
D. – Il popolo greco guarda ancora oggi con interesse all’Unione
Europea o preferisce una Grecia fuori dall’Unione?
R. – La percentuale
a favore delll’Unione Europea è più grande e forse si è avuta un’idea falsa dell’Unione
europea. Per molti anni il popolo guardava l’Unione Europea come la “mucca che dona
il latte”: si riceve il denaro senza far nulla.
D. - La Chiesa cattolica
greca come sta affrontando questo momento?
R. - C’è molta gente che
chiede aiuto. La Chiesa cattolica in Grecia è una piccolissima minoranza. I cattolici
greci sono lo 0,5 per cento della popolazione: circa 50 mila su 11 milioni. Però negli
ultimi decenni abbiamo visto una crescita per i nuovi arrivi: diversi rifugiati o
profughi - alcuni parlano di 300 mila persone - sparsi in tutta la Grecia, molti dei
quali chiedono l’aiuto della Chiesa. La Caritas di Atene ha creato l’Ufficio per i
profughi: si dà da mangiare ogni giorno a 240 persone; c’è anche il centro delle suore
di Madre Teresa e lì danno cibo almeno a 200 persone per giorno. Però, negli ultimi
mesi, abbiamo visto anche molti greci chiedere aiuto perché non hanno da mangiare.
Questo numero aumenta di giorno in giorno. Le pensioni e le paghe mensili diminuiscono
di valore e quelli che dovrebbero pagare, quelli che hanno rubato allo Stato, non
pagano nulla fino ad adesso.
D. – Lei vede una via d’uscita alla situazione
greca o teme un’evoluzione ancora più critica?
R. - Umanamente parlando
vedo un’evoluzione più critica. Se non verranno prese misure più vere da parte dell’Unione
Europea, purtroppo la Grecia ne diventerà una "colonia". Solo attraverso questa situazione
la Grecia potrà uscire dalla difficoltà in cui si trova. Se saranno altri che decideranno
per noi, come greco mi dispiacerebbe di questa soluzione. Ma forse sarebbe l’unica
che ci potrebbe aiutare a uscire dalla situazione in cui ci troviamo. (bf)