Brasile: assassinato un altro difensore della foresta Amazzonica
L'agricoltore e attivista per la difesa dell’Amazzonia, Obede Loyla Souza, 31 anni,
è stato ucciso giovedì 9 giugno nello stato brasiliano del Pará (Nord Brasile). La
Commissione Pastorale della Terra (Cpt), che fa parte delle istituzioni della Chiesa
cattolica, comunica che Loyla Souza è stato ucciso da un colpo alla testa. Il suo
corpo è stato trovato nella città di Tucuruí, una delle principali aree di disboscamento
illegale nello stato del Pará. La Cpt ha informato che sono ancora sconosciute le
cause di quest’ultimo omicidio, anche se alcuni suggeriscono che la morte sia da mettere
in relazione con le discussioni avute da Obede Loyla Souza con i rappresentanti dei
taglialegna della regione, tra gennaio e febbraio. La Cpt sostiene inoltre che dei
testimoni hanno notato, il giorno dell’omicidio, un fuoristrada nero con quattro persone
che era nell'accampamento Esperanza, dove viveva la vittima. Secondo l'agenzia di
stampa Agencia Brasil, Obede Loyla Souza aveva ricevuto minacce di morte. Da rilevare
che alla fine di maggio quattro ambientalisti sono stati uccisi, di cui tre nello
Stato del Parà e l'altro in quello di Rondonia. In una nota inviata all'agenzia Fides
si informa che due sacerdoti della Cpt della Regione Nord-Est 5 della Conferenza episcopale
del Brasile, Cnbb (Maranhão), padre Inaldo Serejo (Coordinatore Cpt) e padre Clemir
Batista da Silva, ed altri 17 membri, hanno dato vita ad uno sciopero della fame pochi
giorni fa. La protesta intende attirare l’attenzione del Ministro della Segreteria
dei Diritti Umani della Presidenza della Repubblica, Maria do Rosario, affinchè affronti
la questione della violenza contro i leader nativi nello stato. Mons. Gilberto Pastana
de Oliveira, vescovo della diocesi di Imperatriz, ha rilasciato una dichiarazione
su tale protesta, affermando di rifiutare tutte le manifestazioni della cultura di
morte, "soprattutto quelle sostenute dall’abuso di potere economico e dalla corruzione
che esiste nei poteri della Federazione, nello Stato e nei Comuni”. Il vescovo inoltre
chiede a tutti i cattolici “di cercare di conoscere i fatti e di contribuire alle
azioni legittime degli agricoltori attraverso il sostegno politico e sociale, e con
la donazione di cibo, acqua, medicine e vestiti per coloro che vivono negli accampamenti".
(R.P.)