Turchia: soddisfazione della Chiesa locale per il risultato delle elezioni
“Un risultato che soddisfa la Chiesa locale che con questo Governo aveva dialogato
e fatto progressi”: così il portavoce della Conferenza episcopale turca (Cet), Rinaldo
Marmara, commenta, in una intervista all'agenzia Sir, il risultato del voto di domenica
scorsa in Turchia che ha visto l’affermazione, con circa il 50% dei consensi, del
partito islamico, “Giustizia e sviluppo”, del premier turco Tayyip Erdogan, che, tuttavia,
non è riuscito a superare la soglia dei 330 seggi, utile a modificare la Costituzione.
“I risultati – dice il portavoce - hanno mostrato un certo equilibrio, ora Erdogan
dovrà negoziare con gli altri partiti se vorrà promuovere un referendum per modificare
la Costituzione attuale”. Soddisfazione che nasce anche dalla presenza, la prima dopo
50 anni, di un cristiano in parlamento, l’avvocato Erol Dora: “E’ un buon segnale
per il Paese. La sua presenza è la conferma al fatto che in questi anni con il Governo
Erdogan sono stati compiuti diversi passi in avanti” soprattutto sul piano culturale
ma non su quello del riconoscimento giuridico da tempo atteso dalla Chiesa cattolica
poiché le consentirebbe di giovarsi di una piena libertà religiosa. “Prima che un
riconoscimento giuridico, per il quale lavoriamo alacremente ma che richiede ancora
del tempo – spiega Marmara - si potrebbe stipulare un Concordato necessario alla Chiesa
per condurre le proprie attività in modo tutelato”. Migliore la situazione in ambito
culturale: è prevista per fine settembre, infatti, “la presentazione di una pubblicazione
di un manoscritto della Biblioteca Vaticana, del 1627, su Istanbul e le sue religioni
in quel tempo. Questa pubblicazione – conclude Marmara - ha un valore altamente simbolico,
in quanto vede due Continenti, due culture, due religioni collaborare sul piano culturale”.
(R.P.)