2011-06-15 15:52:32

Accordo sull’unità dei palestinesi: prossimo governo con Al Fatah e Hamas


I palestinesi si avviano alla formazione di un unico governo formato da componenti di Al Fatah e di Hamas. L’accordo è stato raggiunto dai negoziatori riunitisi, ieri, al Cairo in Egitto. Il 21 giugno prossimo dunque il presidente palestinese Mahmud Abbas incontrerà Khaled Meshaal, leader di Hamas, per definire la formazione del nuovo governo di unità nazionale. A Maria Grazia Enardu, docente di relazioni internazionali ed esperta di Medio Oriente, Stefano Leszczynski ha chiesto quali siano gli ultimi ostacoli da superare per arrivare ad un governo palestinese unitario:RealAudioMP3

R. – Il difficile è trovare il nome del primo ministro perché sull’intesa di massima sono tutti d’accordo compresi gli egiziani che hanno veramente appoggiato questa iniziativa. Il problema è che Hamas non vuole la conferma del primo ministro Salam Fayad che considera troppo vicini agli occidentali, anche se Fayad ha dato ottima prova di sé e dagli occidentali è ritenuto garante degli aiuti che arrivano ai palestinesi. Bisognerà vedere se in questo confronto Hamas cederà, oppure se si troverà per Fayad un ruolo presente o futuro che possa soddisfare tutte le esigenze.

D. - Il governo unico palestinese deve servire ad avere un’unica faccia con cui parlare a livello internazionale o è incentrato sulla possibilità di rilanciare i negoziati con Israele?

R. - Presentarsi sul fronte esterno internazionale come una sola voce è determinante su tutto: sia sui negoziati - se si riavviano - con Israele che non potrà più sfruttare, come ha sempre fatto, le divisioni tra i palestinesi, sia in campo internazionale dove c’è l’importantissimo appuntamento di settembre all’Onu. Comunque vada all’Onu, se i palestinesi si presentano come una sola voce saranno considerati più credibili in qualunque sede per qualunque futuro sviluppo. Nel frattempo un unico governo riuscirà ad amministrare in modo organico quelle due entità totalmente separate e totalmente diverse che sono nel frattempo diventate il West Bank e Gaza.

D. – In un unico governo anche la figura di Hamas dovrà cambiare?

R. – Hamas è considerata da tempo un’organizzazione terroristica dimenticando che è un’organizzazione politica che ha anche praticato il terrorismo, cosa che si può dire di molti partiti al governo in giro per il mondo. Quindi, in questa fase può riacquistare una veste puramente politica. Avrà semmai la difficoltà di tenere sotto controllo le altre fazioni estremiste, come la jihad islamica, però di solito si dimostra "attenta curatrice" del territorio che controlla.

D. – Di fronte a questo processo abbiamo l’impressione di un premier israeliano che invece si "chiude a riccio" …

R. – Perché sia chiaro che in Israele vi sono molte voci che vogliono l’avvio di un vero negoziato di pace ma purtroppo Netanyahu è il primo ministro di una coalizione di destra, di estrema destra, che andrà letteralmente in pezzi al primo segno di cedimento. Lui questo lo sa, difende anche il suo ruolo, e questo rischia di sacrificare le istanze generali di un Paese che tutto sommato vorrebbe anche un’altra soluzione.(bf)







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