2011-06-14 12:44:17

“Caro Karol”: il direttore della rivista “Camilliani” racconta in un libro il “suo” Giovanni Paolo II


“Caro Karol”: è il titolo di un libro pubblicato in questi giorni in forma di lettera aperta al Beato Giovanni Paolo II. Il volume, edito dalla Effatà editrice, è opera di Renzo Agasso, direttore del mensile “Camilliani” e autore di numerose biografie di personaggi storici e contemporanei. Al microfono di Alessandro Gisotti, l’autore di “Caro Karol” si sofferma sul taglio personale del suo libro, a partire dall'originale titolo:RealAudioMP3

R. – E’ un titolo dovuto, perché l’ho sempre sentito come un amico, come una persona di casa, una persona di famiglia. Aveva proprio questa capacità di entrare nella vita, nelle case, nelle cose delle persone, in maniera dirompente.

D. – In qualche modo questo “Caro Karol” sottolinea anche la vicinanza del Beato Giovanni Paolo II a tutti noi...

R. – Sì, esatto. Io penso che la grandezza di quest’uomo sia stata assolutamente questa. Giovanni Paolo II era un’altra cosa proprio per la sua straripante umanità. Era un uomo che sentivamo vicino e lo sentivamo veramente come una persona “normale”. Quest’uomo è entrato nella nostra vita in maniera prepotente e ha segnato tutti i nostri giorni. Io ho tanti ricordi nella mia vita in cui posso collegare un fatto che mi è accaduto ad un fatto che è accaduto a lui. Era un uomo così umano, così vero, così autentico e così vicino alle persone.

D. – Un altro elemento, che poi è proprio della santità, è che Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre sei anni fa, ma è davvero vivo e presente come abbiamo visto alla cerimonia di Beatificazione...

R. – Certo, e ho visto sempre un continuo pellegrinaggio alla sua tomba di persone di tutti i Paesi, di tutte le lingue, di tutti i colori. Quindi, quest’uomo è veramente vivo nel mondo e ovunque si vada si trova qualcosa di suo. In tutte le città dove vado c’è qualcosa che lo ricorda, perché lui c’è stato o, comunque, ha avuto dei contatti con quella realtà. Un uomo così non può essere dimenticato: è presente.

D. – Un suo capitolo inizia con il dire che Karol Wojtyla era "innamorato di Dio". E’ questa la chiave della testimonianza di santità di quest’uomo?

R. – Sì, penso proprio di sì. Per essere così bisogna essere anche uomini liberi, uomini senza padroni sulla Terra. Quindi, vuol dire che Giovanni Paolo II era effettivamente un uomo libero, che riconosceva solo la potestà di Dio, un Dio presente, che lui ogni giorno incontrava nella sua cappella e ne era veramente innamorato. Il fatto di testimoniarlo nella sofferenza, il fatto di non smettere mai di fare il Papa, di essere Papa, infatti, significa un enorme amore per Dio.(ap)







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