Terra Santa: alla Messa di Pentecoste il patriarca Twal auspica la comunione interreligiosa
Lo Spirito Santo possa ispirare “un linguaggio comune capace di condurre alla pace”:
è questa la preghiera che il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal ha formulato
domenica alla Messa di Pentecoste celebrata al Cenacolo, sulla collina di Sion, a
Gerusalemme. Il luogo è quello che la tradizione indica come quello in cui si trovavano
riuniti gli apostoli e Maria quando si è verificata la discesa dello Spirito Santo.
Oggi vi sorge un’abbazia di benedettini la cui cura pastorale è affidata a religiosi
tedeschi. La celebrazione è stata definita dal patriarca un vero concerto di lingue,
riferisce il sito lpj.org; sono stati eseguiti canti in gregoriano - sia in latino
che in arabo - mentre la Scritture e le preghiere sono state lette in inglese, francese
e tedesco. “La parola di Dio raggiunge ogni uomo nella propria lingua, nella propria
cultura e nelle proprie tradizioni – ha detto il patriarca nella sua omelia – come
segno di questa universalità della salvezza, dovuta al sangue di Gesù Cristo, la Chiesa
vuole raggiungere ogni uomo nella propria lingua”. A fronte della diversità di idiomi
attraverso i quali viene fatta conoscere la Parola di Dio, il patriarca latino di
Gerusalemme ha ricordato che la carità ha invece un linguaggio universale e che nella
Chiesa di Gerusalemme essa non ha frontiere. Ricordando poi che gli abitanti della
Terra Santa sono per lo più musulmani ed ebrei, il patriarca ha aggiunto che c’è bisogno
di comunione “con i nostri fratelli delle altre religioni”. “Il Sinodo – ha proseguito
– ha ricordato il carattere urgente di un dialogo profondo, ecumenico ed interreligioso,
con tutti i figli di Abramo”. (T.C.)