India: per i cristiani le priorità del Paese sono pace, giustizia, istruzione e libertà
religiosa
Le priorità per il futuro dell’India sono le questioni che toccano la pace, la giustizia,
l’istruzione, la libertà religiosa, il rispetto delle minoranze: è quanto affermano
i cristiani indiani, valutando il prossimo Piano quinquennale del governo (il 12°
nella storia dell’India moderna), preparato dalla apposita “Commissione per la pianificazione”.
Il Piano traccia le linee generali per lo sviluppo del Paese in campo sociale, economico
e politico, informando il governo sull’andamento della vita nazionale, al fine di
orientare le politiche a lungo termine. Come riferiscono fonti dell'agenzia Fides
nella società civile indiana, una Commissione nazionale di leader cristiani, guidata
dall’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Concessao, e composta da leader di organizzazioni
non governative e di associazioni cristiane, ha esaminato il piano, segnalando quelle
che, per le comunità cristiane, sono le priorità per il futuro del Paese. Il testo
finale dei lavori della Commissione, afferma: “Lo sviluppo è impossibile se la popolazione
non avverte che esistono pace e giustizia. Per questo è essenziale che lo Stato rassicuri
le minoranze e si impegni a tutelare lo Stato di diritto e a fermare la violenza intercomunitaria,
perseguendo gli autori delle violenze”, ribadendo la volontà di approvare al più presto
la Legge a tutela delle minoranze. I cristiani chiedono anche una inchiesta ad ampio
raggio, da condurre in tutti gli Stati, sulle condizioni socioeconomiche delle comunità
cristiane in India, per prendere coscienza delle discriminazioni subite dai dalit
cristiani e assicurare loro “i basilari diritti civili e politici”. Inoltre, continua
il testo, “il governo dovrebbe far rispettare alcune garanzie costituzionali, come
quelle sulla libertà di professare e propagare la propria fede”, poichè “vari Stati
indiani abusano di tali garanzie a danno di istituzioni cristiane”, soprattutto nel
campo dell’istruzione e della sanità. Dato che in tali settori il supporto finanziario
resta fondamentale, i cristiani, ricordando il contributo di spessore offerto alla
nazione, inviano il governo a istituire una “Christian Education Financial Corporation”
che dovrebbe offrire borse di studio e anche prestiti a interessi zero per gli studenti.
I cristiani, infatti, nel difendere il diritto di accesso all’istruzione, non sono
soddisfatti dell’attuale sistema di assegnazione delle borse di studio ai ragazzi
delle classi meno abbienti. Il documento pone poi il problema fondamentale della sicurezza
(ricordando le violenze contro le minoranze) e la necessità di promuovere lo sviluppo
della popolazione nelle aree rurali, allargando la “National Minorities Development
Finance Corporation”. Infine si chiede di assicurare una adeguata rappresentanza ai
cristiani, a livello federale, nazionale e provinciale, nell’amministrazione civile,
nell’esercito, nel sistema giudiziario. (R.P.)