2011-06-14 13:47:15

I vescovi del Brasile: la violenza non dà tregua, serve uno sviluppo sostenibile


In questo momento storico, la violenza è “una delle grandi preoccupazioni nello scenario nazionale del Brasile e specialmente dello Stato del Pará”. Essa si riflette nel pubblico e nel privato contaminando le sfere sociali, economiche e culturali. Nonostante siano in atto “passi concreti da parte delle istituzioni, la violenza dai mille volti non dà tregua”. Lo sottolineano i presuli della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) della Regional Norte 2 (Pará e Ampá), i quali hanno preso parte a una riunione con le istituzioni per monitorare la situazione di violenza rurale, che, anche negli ultimi giorni, ha insanguinato con diversi crimini il nord del Paese. All’incontro ha partecipato una delegazione del governo federale, guidata da ministro Maria del Rosario, segreteria speciale della presidenza per i diritti umani, e José Eduardo Cardozo, ministro della giustizia. I presuli e i rappresentanti della Commissione pastorale per la terra (cpt) hanno consegnato una lettera indirizzata al presidente del Brasile Dilma Rousseff, nella quale evidenziano che la violenza ha varie dimensioni e deve essere affrontata ricercando “soluzioni efficaci e condivise”. “Negli ultimi anni — evidenziano i presuli — la nostra regione vive il conflitto tra due diversi modelli di sviluppo”. Il primo si chiama sviluppo predatorio, aggressivo dell’ambiente e delle biodiversità, il secondo socio-ambientalista. Quest’ultimo può innescare positivi dinamismi per generare occupazione e reddito, restituendo per esempio diritti e dignità ai contadini dell’Amazzonia. “Alla luce della dottrina sociale della Chiesa — si legge nella lettera ripresa da L'Osservatore Romano — la cura dell’ambiente è essenziale per qualsiasi progetto di sviluppo economico sociale. Occorre vincere la tentazione dell’egoismo, della divisione, degli interessi che sovvertono la gerarchia dei valori e mortificano la giustizia e la solidarietà”. I presuli ricordano anche “l’eroico lavoro di ‘missionari’, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici e leader di comunità, ambientalisti che si impegnano per le popolazioni indigene, per i poveri e gli esclusi. Questi agenti pastorali operano in situazioni di vulnerabilità, patiscono minacce e violenze insieme con coloro che proteggono e accolgono. Sono esposti a minacce di morte, velate o esplicite, da parte della criminalità organizzata legata, purtroppo, al potere economico e politico”. Da parte sua, il ministro Maria del Rosario ha assicurato che il governo federale “sta lavorando contro ogni forma di violenza. Vivere in sicurezza — ha detto — è un diritto fondamentale, un diritto democratico inalienabile”. (A.L.)







All the contents on this site are copyrighted ©.