2011-06-14 15:33:22

Batterio killer: invariato il numero delle vittime, i contagi oltre 3.200


Resta invariato il numero delle vittime dell’epidemia di Escherichia Coli. Ad oggi sono 36 i decessi a livello europeo, 35 in Germania e uno in Svezia. I casi sono aumentati a 3.235. Dopo l’accusa lanciata dalle autorità sanitarie regionali tedesche contro tre tipi di germogli, quelli di broccoli, aglio e fieno, oggi la stampa tedesca mette sotto accusa anche la lattuga importata dalla Baviera. In Italia, il ministro della Salute, Fazio, ribadisce che il batterio killer non crea emergenza nella penisola. Stessa avvertenza arriva dalla Società italiana di pediatrica preventiva e sociale, che invita a fare attenzione, ma senza allarmismi. Lo ribadisce al microfono di Francesca Sabatinelli, Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità:RealAudioMP3

R. – Da noi non c’è da preoccuparsi. Nel nord della Germania c’è un focolaio epidemico molto circoscritto, grave, mentre nel resto d’Europa non ci sono assolutamente casi, se non in persone che sono state nel nord della Germania e che sono state contagiate e poi sono tornate a casa propria. Quindi, si tratta di un focolaio grave, ma estremamente circoscritto. Da noi per ora nessun problema.

D. – Si è passati dai cetrioli ai germogli di soia, al fieno, alla lattuga, all’aglio. Come mai questa confusione?

R. – Perché, evidentemente, non è stato identificato immediatamente l’alimento in causa. Quando passa il tempo e si vanno a fare le analisi è sempre più difficile identificare il cibo che effettivamente è stato causa dell’epidemia. Adesso sembra, però, che i dati epidemiologici siano anche confermati da dati microbiologici e che diverse specie – diversi tipi di germogli, di legumi, di soie e via dicendo – siano chiamati in causa. Se si riesce ad identificare la fonte del contagio, evidentemente si riesce anche ad abbattere l’epidemia.

D. – In Italia, il ministro Fazio ha ripetuto che non c’è un’emergenza. Eppure sappiamo che ci sono stati dei crolli enormi, dal punto di vista dei guadagni, dei mercati rionali e dei produttori di ortaggi. Per evitare una psicosi del tutto inutile, soprattutto dannosa per l’economia, ci sono delle avvertenze da ripetere?

R. – Certo. E’ un allarmismo che, per quanto riguarda l’Italia, è assolutamente ingiustificato e del tutto irrazionale, per cui le norme da implementare sono quelle che vanno sempre implementate: quando si compra la verdura cruda è normale che prima di mangiarla venga lavata; lavarsi le mani prima di manipolare il cibo è una cosa che si dovrebbe fare sempre. Non serve altro che mettere in pratica tutte quelle precauzioni igieniche che andrebbero sempre messe in pratica.

D. – Per quanto riguarda questo germe del nord della Germania, ovviamente si staranno conducendo degli studi molto serrati su come combatterlo. Lei ci può dare un’indicazione su a che punto si è nella ricerca?

R. – Questo è molto difficile, perché il batterio non si combatte con l’antibiotico, anche perché, quando compaiono i sintomi, in genere sono dovuti alla tossina che è prodotta dal germe. Quindi, non serve a nulla uccidere il germe, perché ormai c’è la tossina in circolo. Non resta altro, dunque, che sostenere questi pazienti quando abbiano la malattia più grave, cioè l’insufficienza renale con la dialisi. La ricerca sta cercando di mettere a punto nuove strategie: per esempio, l’uso di monoclonali o altri prodotti, che siano in grado di bloccare la tossina, ma su questo siamo ad un livello ancora sperimentale.(ap)







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