Libia: controffensiva delle forze governative contro le roccaforti degli insorti
Quella appena trascorsa è stata una domenica di violenza in Libia, dove il colonnello
Gheddafi è riapparso in tv, mentre in tutto il Paese infuriava la battaglia tra suoi
sostenitori ed oppositori al governo. Solo ieri 26 i morti. Il servizio di Marco Guerra:
In Libia
si fa serratissimo il confronto armato dopo il lancio della dura controffensiva lealista
contro le roccaforti degli insorti sulla costa nord occidentale del Paese. I combattimenti
imperversano da giorni Zawiya, città a 50 chilometri a ovest da Tripoli, e Misurata,
dove i ribelli, che sembrano controllare saldamente la città, tentano di sfondare
il fronte e marciare verso Zlitan per accerchiare le forze nemiche. Vittime si registrano
anche a Zintan, sulle montagne occidentali a sudovest della capitale, a Brega e Ajdabiya.
Secondo gli analisti, i ribelli puntano a isolare Tripoli e a fomentare la ribellione
nella capitale. Ed è guerra anche di propaganda: il portavoce del regime ha informato
che l'esercito libico ha eliminato le “sacche di resistenza'” a Zawiya. Notizia subito
smentita dagli insorti. Dal canto suo la Nato ha ricordato che sta adottando “le misure
necessarie per proteggere i civili. Lungo la costa tra Tripoli e la frontiera tunisina
- si legge in un comunicato dell’Alleanza -, i libici da tempo rimettono in discussione
legittimità del regime e, agendo in questo modo, sono sotto la minaccia di attacchi”.
Ma nonostante sia sempre più in salita la via per una soluzione diplomatica del conflitto,
l’inviato russo Marguelov ha annunciato che la prossima settimana si recherà a Tripoli
in vista della presentazione da parte di Mosca di una sorta di 'road map' per l'uscita
dalla crisi. Intanto, il regime ha fatto sapere che rifiuta tutti i negoziati che
presuppongano la partenza di Gheddafi, mentre il Consiglio nazionale transitorio di
Bengasi ha incassato anche il riconoscimento degli Emirati Arabi.