Libia: controffensiva delle forze governative contro le roccaforti degli insorti
Quella appena trascorsa è stata una domenica di violenza in Libia, dove il colonnello
Gheddafi è riapparso in tv, mentre in tutto il Paese infuriava la battaglia tra suoi
sostenitori ed oppositori al governo. Solo ieri 26 i morti. Il servizio di Marco
Guerra:
In Libia
si fa serratissimo il confronto armato dopo il lancio della dura controffensiva lealista
contro le roccaforti degli insorti sulla costa nord occidentale del Paese. I combattimenti
imperversano da giorni Zawiya, città a 50 chilometri a ovest da Tripoli, e Misurata,
dove i ribelli, che sembrano controllare saldamente la città, tentano di sfondare
il fronte e marciare verso Zlitan per accerchiare le forze nemiche. Vittime si registrano
anche a Zintan, sulle montagne occidentali a sudovest della capitale, a Brega e Ajdabiya.
Secondo gli analisti, i ribelli puntano a isolare Tripoli e a fomentare la ribellione
nella capitale. Ed è guerra anche di propaganda: il portavoce del regime ha informato
che l'esercito libico ha eliminato le “sacche di resistenza'” a Zawiya. Notizia subito
smentita dagli insorti. Dal canto suo la Nato ha ricordato che sta adottando “le misure
necessarie per proteggere i civili. Lungo la costa tra Tripoli e la frontiera tunisina
- si legge in un comunicato dell’Alleanza -, i libici da tempo rimettono in discussione
legittimità del regime e, agendo in questo modo, sono sotto la minaccia di attacchi”.
Ma nonostante sia sempre più in salita la via per una soluzione diplomatica del conflitto,
l’inviato russo Marguelov ha annunciato che la prossima settimana si recherà a Tripoli
in vista della presentazione da parte di Mosca di una sorta di 'road map' per l'uscita
dalla crisi. Intanto, il regime ha fatto sapere che rifiuta tutti i negoziati che
presuppongano la partenza di Gheddafi, mentre il Consiglio nazionale transitorio di
Bengasi ha incassato anche il riconoscimento degli Emirati Arabi.
Italia,
Referendum In Italia, va attestandosi al 57% l'affluenza alle urne per i quattro
referendum (due sull’acqua, nucleare, legittimo impedimento), quando sono arrivati
al Viminale i dati del 50% dei comuni italiani. Se il dato sarà confermato per gli
altri comuni, il quorum per la validità dei referendum sarà raggiunto. Dal canto suo,
il premier italiano, Silvio Berlusconi, già prima dell’esito del voto, ha affermato
che l'Italia lascerà l’energia nucleare e s’impegnerà nel settore delle energie rinnovabili.
Algeria manifestazioni Manifestazioni di protesta ieri anche in
diverse città dell’Algeria. A Ouargla la morte di un giovane di 31 anni, impiccatosi
dopo essere stato licenziato da una multinazionale, ha scatenato violenti scontri
tra dimostranti e unità antisommossa della polizia. Nei comuni di Hadaiak e Lakdharia
migliaia di persone sono scese in piazza contro i disservizi della pubblica amministrazione.
Egitto
In Egitto le autorità hanno dato il via libera alla creazione ufficiale del
primo partito salafita. La formazione legata al movimento islamico radicale dovrebbe
prendere, secondo la stampa locale, il nome di Nour, "Luce", e sarebbe la capofila
delle cinque formazioni che i salafiti avrebbero intenzione di costituire. Nei giorni
scorsi la commissione per gli Affari dei Partiti aveva autorizzato altri due movimenti
di matrice islamica, legati ai Fratelli Musulmani.
Iraq Ancora violenza
in Iraq. Cinque persone sono rimaste uccise e quindici sono state ferite in seguito
a un attentato kamikaze condotto con un'autobomba a Bassora, città portuale nel sud
del Paese. L'attentatore suicida si è fatto esplodere con la sua auto all'estero di
una caserma della polizia.
Vertice Italia-Israele Il processo di
pace in Medio Oriente, la primavera araba, l’Iran, la collaborazione economica: sono
i principali argomenti emersi dal vertice intergovernativo fra Israele e Italia che
si è tenuto oggi a Villa Madama, a Roma. Firmati anche otto accordi di collaborazione.
Al termine, la conferenza stampa dei presidenti del Consiglio dei due Paesi, Silvio
Berlusconi e Benjamin Netanyhau: c’è concordia nel sostenere che la pace debba passare
per i negoziati e non per decisioni unilaterali. Il servizio di Debora Donnini:
“La
pace può essere solo il risultato di un negoziato”, non può essere imposta da una
risoluzione dell'Onu. Lo ribadisce il premier israeliano Netanyahu, facendo riferimento
alla possibile richiesta, a settembre, dell’Associazione nazionale palestinese di
un riconoscimento di uno Stato palestinese da parte delle Nazioni Unite, quindi in
modo unilaterale. Anzi, una risoluzione del genere “potrebbe solo far indietreggiare
la pace”, sostiene Netanyahu che ringrazia l’Italia per la sua posizione chiara. D’accordo
Berlusconi che non crede che una soluzione unilaterale possa aiutare la pace “né da
parte palestinese né da parte israeliana”. C’è concordia fra i due leader nell’affrontare
una serie di questioni e molta cordialità. In particolare preoccupazione è stata espressa
sull’Iran. Netanyahu parla di possibile minaccia nucleare per la pace non solo di
Israele ma della regione e del mondo, aggiungendo che anche l’esito delle rivolte
della primavera araba sarebbe influenzato dallo sviluppo dell’arma nucleare. Per il
premier israeliano, in Medio Oriente è in atto uno scontro fra libertà e dittatura.
E sul piano Marshall proposto da Berlusconi pensa sarebbe bene estenderlo a tutti
i Paesi della regione che si stanno battendo per la democrazia. La radice del conflitto
israelo-palestinese, afferma poi il premier israeliano, “non sono gli insediamenti”
di Israele nei Territori, quanto piuttosto “il rifiuto dei palestinesi a riconoscere
l'esistenza di uno Stato ebraico. Un rapporto di amicizia quello con Israele che anche
Berlusconi ha voluto sottolineare con decisione.
Batterio Escherichia
Coli, nuovi casi di contagio Resta alta l’attenzione sul contagio provocato
dal batterio Escherichia Coli, che ha colpito soprattutto la Germania. Ieri, erano
stati ufficializzati due nuovi decessi, mentre il locale Istituto federale per la
valutazione del rischio ha lanciato oggi un allarme sulle proporzioni dell’epidemia.
Il servizio di Davide Maggiore:
“Fino ad
oggi l’ondata di casi che ha investito la Germania è la più importante di questo tipo
mai descritta al mondo”, ha detto Nelen Boehme, portavoce dell’Istituto. Ieri sera
le autorità avevano fatto sapere che altri due morti a causa del batterio avevano
fatto salire il bilancio delle vittime a 35, di cui una soltanto fuori dal territorio
tedesco, in Svezia. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, indicano che
i contagi confermati o sospetti sono stati oltre 3200 in 16 Paesi. Secondo l’organizzazione,
numerosi sono anche i casi di complicazioni renali e urinarie: un centinaio di malati,
ha fatto notare l’esperto sanitario e uomo politico Karl Lauterbach, è così colpito
da rendere necessario il ricorso a trapianti o da far prevedere una vita in dialisi.
Il ministro della Sanità tedesco, Daniel Bahr ha, però, sottolineato come il numero
dei nuovi casi sia in continuo calo, circostanza che dà “ragioni di ottimismo”. Nei
giorni scorsi le autorità avevano fatto sapere di aver individuato la fonte dell’infezione
in alcuni germogli di legumi provenienti dalla Bassa Sassonia: secondo le ultime informazioni,
la provenienza sarebbe confermata, ma i vegetali coinvolti sarebbero di tipo diverso.
Giappone,
Fukushima Livelli eccessivi di radioattività sono stati registrati nel mare
davanti alla centrale nucleare giapponese di Fukushima. A farlo sapere è la Tepco,
l’azienda che gestisce l’impianto: nelle acque sarebbero presenti tracce di stronzio,
sostanza potenzialmente cancerogena, oltre 50 volte superiori al limite consentito.
L’annuncio, il primo di questo genere dall’inizio della crisi, arriva a un giorno
da quello sulla contaminazione delle falde acquifere della zona. Contaminazione che
potrebbe, secondo la stampa locale, indicare una fuga di materiale radioattivo.
Nuova
Zelanda, terremoto In Nuova Zelanda, una serie di scosse di terremoto ha colpito
la città di Christchurch, provocando alcuni feriti e numerosi danni, ma nessuna vittima.
Prima della scossa più forte, di magnitudo 6 della scala Richter, centri commerciali
e uffici erano stati già evacuati per precauzione. La città, la seconda del Paese,
era stata colpita a febbraio scorso da un altro terremoto, che aveva fatto 181 vittime.
Tensioni
Vietnam – Cina La Marina militare vietnamita ha iniziato questa mattina una
serie di esercitazioni nel Mar cinese meridionale, e, secondo fonti citate dall’Afp,
altre seguiranno in serata. La decisione, annunciata tre giorni fa, arriva in un momento
di tensioni crescenti con la Cina a proposito del controllo degli arcipelaghi delle
isole Paracel e delle Spratly, considerati ricchi di petrolio e contesi tra i due
Paesi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Davide Maggiore)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 164