Pace e dialogo prevalgano sulle armi: così il Papa a Pentecoste. La Chiesa abbraccia
tutti i popoli al di là di razze, classi e nazioni
La Chiesa è cattolica, cioè aperta a tutti, perché lo Spirito Santo l’ha creata come
“la Chiesa di tutti i popoli”, al di là di razze, classi e nazioni: è quanto ha affermato
il Papa nell’omelia della Messa nella Solennità di Pentecoste da lui presieduta nella
Basilica di San Pietro. Benedetto XVI ha sottolineato che se la Chiesa fosse opera
dell’uomo sarebbe già estinta. Al Regina Caeli il Papa ha invocato lo Spirito Santo
perché nel mondo la pace e il dialogo prevalgano sulle armi e il rispetto della dignità
dell'uomo superi gli interessi di parte. Il servizio di Sergio Centofanti.
Pentecoste
e Babele, due realtà presenti nel mondo: amore e odio, unità e divisione. Il Papa
spiega che la Pentecoste è la “festa della creazione”, festa dello Spirito Creatore:
“Per
noi cristiani, il mondo è frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le
cose e del quale Egli si rallegra perché è ‘cosa buona’, ‘cosa molto buona’ (cfr Gen
1,1-31). Dio perciò non è il totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela,
ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza”.
Una bellezza sfigurata dal peccato dell’uomo che ha reso necessaria
la redenzione di Cristo. Gesù risorto soffia sui discepoli, che ricevono lo Spirito.
Entriamo nel mistero della Pentecoste:
“Dallo scompiglio di Babele,
da quelle voci che strepitano una contro l’altra, avviene una radicale trasformazione:
la molteplicità si fa multiforme unità, dal potere unificatore della Verità cresce
la comprensione”.
Vivere la Pentecoste significa comprendersi nella
diversità: attraverso la fede, la speranza e l’amore si forma la nuova comunità della
Chiesa di Dio. Ed è lo Spirito Santo che “anima la Chiesa”:
“Essa
non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo e dalla
sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta,
così come passa ogni cosa umana. Essa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito
Santo”.
Con la Pentecoste “cadono tutti gli steccati” perché lo
Spirito Santo comunica e diffonde “l’amore che abbraccia ogni cosa”. Per questo “la
Chiesa è cattolica fin dal primo momento”:
“Fin dal primo istante,
infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia
il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte
le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio
la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve
essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché
Dio stesso, con il suo Spirito, la crea, la purifica e la santifica sempre”.
Al
termine dell’omelia, il Papa commenta il passo del Vangelo odierno che ricorda come
i discepoli gioiscano al vedere il Signore risorto, non solo perché l’Amico perduto
è di nuovo presente, ma perché c'è molto di più ...
“Perché l’Amico
perduto non viene da un luogo qualsiasi, bensì dalla notte della morte; ed Egli l’ha
attraversata! Egli non è uno qualunque, bensì è l’Amico e insieme Colui che è la Verità
che fa vivere gli uomini; e ciò che dona non è una gioia qualsiasi, ma la gioia stessa,
dono dello Spirito Santo. Sì, è bello vivere perché sono amato, ed è la Verità ad
amarmi”.
Al Regina Caeli, Benedetto XVI aggiunge che lo Spirito
Santo “dà significato alla preghiera, dà vigore alla missione evangelizzatrice, fa
ardere i cuori di chi ascolta il lieto messaggio, ispira l’arte cristiana e la melodia
liturgica”.
Quindi, ricorda che domani a Dresda, in Germania, sarà
proclamato Beato Alois Andritzki, sacerdote e martire, ucciso dai nazisti nel 1943,
all’età di 28 anni, nel lager di Dachau: “eroico testimone della fede, che si aggiunge
alla schiera di quanti hanno dato la vita nel nome di Cristo nei campi di concentramento”.
Il Papa, nel giorno di Pentecoste, affida alla loro intercessione “la causa della
pace nel mondo”:
“Possa lo Spirito Santo ispirare coraggiosi propositi
di pace e sostenere l’impegno di portarli avanti, affinché il dialogo prevalga sulle
armi e il rispetto della dignità dell’uomo superi gli interessi di parte. Lo Spirito,
che è vincolo di comunione, raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo e aiuti la famiglia
umana a riscoprire e custodire con vigilanza la sua fondamentale unità”.
Poi,
ricorda che dopodomani, 14 giugno, ricorre la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue… “ … milioni di persone che contribuiscono, in modo silenzioso, ad aiutare
i fratelli in difficoltà. A tutti i donatori rivolgo un cordiale saluto e invito i
giovani a seguire il loro esempio”.
E, infine, saluta i giornalisti
riuniti a Pistoia per il Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del
creato, organizzato dall’associazione Greenaccord sul tema: “Lo spazio comune dell’uomo
nel creato”. “Ai giornalisti impegnati per la tutela dell’ambiente – conclude - va
il mio incoraggiamento”.