2011-06-12 14:57:54

Convegno al Regina Apostolorum sulla vita affettiva dei giovani nell'era digitale


Non perdere la bellezza dei rapporti umani sostituendoli con le nuove tecnologie. E’ l’invito lanciato ieri a Roma dal convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sul tema “La psicologia e le sfide della modernità”: al centro dell’incontro, in particolare, i giovani e la vita affettiva nell’era digitale e problematiche quali anoressia e obesità. Tra i relatori, Daniele Mugnaini, psicologo dello sviluppo e membro dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. Debora Donnini lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – All’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici è sempre stata a cuore questa tematica legata alle influenze dei nuovi media, in particolare internet, sulla mentalità stessa delle nuove generazioni, sottolineando non solo le potenzialità ma anche i rischi di interferire nelle modalità di viversi con un’identità solida, portare avanti relazioni stabili … Il rischio che si sta intravedendo è che a forza di connessioni, social network, siti particolarmente degradati tutto questo possa riceverne interferenza.

D. – Voi parlate anche di “iper-sessualizzazione” dei media: come interferisce, questo?

R. – L’iper-sessualizzazione culturale e mediatica comprende il fatto che i contenuti che arrivano da tv, internet, pubblicità ma anche giochi elettronici presentino il valore primario della persona, soprattutto femminile, nella qualità di attirare l’interesse sessuale. E i bambini sono da trattare come maturi sessualmente per cui, alla fine, non ci preoccupiamo di tutti gli stimoli a contenuto sessuale esplicito che arrivano tramite tutti questi nuovi media.

D. – Secondo lei, dietro a questi problemi c’è una società che ha bisogno di vendere sempre di più e per questo propone un modello di corpo da tenere sempre perfetto, il che implica comprare una serie di cose?

R. – Una componente è questa. Uno studio recente ha riconfermato il ruolo che sessualità e violenza hanno nell’imprimere l’immagine pubblicizzata nella memoria dello spettatore e sicuramente il ruolo di provocare forti emozioni ha a che fare con esigenze di accalappiare, vendere …

D. – Quindi, in questo contesto anoressia e obesità cosa sono? Risposte drammatiche all’incapacità di arrivare – o di mantenere – la perfezione?

R. – Pur mantenendo una visione cauta e certamente aperta alla multi-fattorialità delle cause di queste patologie, chi lavora in questi ambiti si rende conto di come, comunque, i media abbiano un ruolo nel favorire o peggiorare la sintomatologia, mantenerla laddove magari ci siano già fattori di rischio. Qiundi, la proposta di standard strettissimi a cui doversi adeguare e questa iper-focalizzazione sul corpo certo non fanno che favorire questo tipo di sintomatologie, nonché anche aspetti depressivi, di ansia e dissociativi.

D. – Di fronte a questo scenario, cosa proponete, anche rispetto a internet e alla pubblicità?

R. – Interventi di educazione nelle scuole, per far prendere consapevolezza innanzitutto ai genitori dei rischi di una iper-esposizione ai media, e quanto sia importante presentare proposte alternative perché i ragazzi ricerchino la loro identità, i loro rapporti affettivi, l’utilizzo del loro tempo libero nella realtà e lo trovino da fonti educative capaci di fare proposte serie. Da un punto di vista legislativo, invece, una maggiore attenzione affinché alcuni siti siano sì, invece, come accade in altri Paesi, chiusi, ci sia un’attenzione maggiore – ad esempio – alle fasce protette di prima serata, dove continuamente ci sono contenuti inappropriati per i bambini … (gf)







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