Repubblica Centrafricana: appello della Chiesa per l'insicurezza dilagante che vive
il Paese
“La situazione di insicurezza ricorrente nella Repubblica Centrafricana e, in maniera
particolare, nelle regioni del nord e del nord-est, dove imperversano bande armate
ben identificate che seminano la desolazione nell’impunità totale, obbliga le popolazioni
a vivere nella disperazione costante”. È quanto denuncia la Commissione Episcopale
“Giustizia e Pace” della Repubblica Centrafricana in una dichiarazione, inviata all’agenzia
Fides, firmata da mons. Albert Vanbuel, Vescovo di Kaga-Bandoro e presidente della
Commissione. Nel documento si ricordano gli ultimi gravi episodi di violenza registrati
nel Paese. In particolare l’imboscata di cui è stato vittima mons. Eduard Mathos,
vescovo di Bambari e presidente della Conferenza episcopale centrafricana, con il
sequestro del suo autista che ancora non ha ritrovato la libertà; l'uccisione del
medico responsabile della Prefettura sanitaria di Haut Mbomou e del suo autista con
la distruzione del loro veicolo pieno di medicine e vaccini antipolio; un altro omicidio
avvenuto sempre nella stessa zona. Di fronte a questi fatti, la Commissione “Giustizia
e Pace” chiede al “governo centrafricano di assumersi le sue responsabilità per assicurare
la libera circolazione e la protezione delle persone e dei beni in conformità alla
Costituzione del 27 dicembre 2004”. Inoltre fa appello “alla comunità internazionale
perché fornisca l’indispensabile sostegno logistico e materiale alla lotta contro
la crescente insicurezza” nel Paese. (R.P.)