Passione della Siria: editoriale di padre Lombardi
In Siria, l’intensità dello scontro tra forze di governo e forze di opposizione sembra
salire di giorno in giorno. Il Papa, ricevendo lunedì scorso il nuovo ambasciatore
siriano presso la Santa Sede, ha espresso tutta la preoccupazione della Chiesa per
quanto sta avvenendo in questo Paese del Medio Oriente. Ascoltiamo in proposito il
nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per
Octava Dies, il Settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Sono mesi
ormai che la situazione è in movimento in Siria come in diversi altri Paesi del mondo
arabo, ma gli eventi siriani sono particolarmente preoccupanti per il persistere di
una violenza che sembra senza sbocco. I gesuiti siriani hanno pubblicato recentemente
un documento importante, da cui appare tutto il loro amore per un Paese di grande
tradizione di unità nella diversità, “un mosaico vivente e bello”. Un Paese in cui
oggi si manifestano rivendicazioni sociali e politiche che mirano a un maggior livello
di civiltà, ma dove nella confusione attuale si è aperta la porta alla violenza e
si tenta di innescare l’eversione e la guerra fra le comunità religiose, con un grande
rischio di disintegrazione della società. Di qui un appello a tutto campo al dialogo,
alla libera espressione e alla partecipazione, rifiutando la violenza. Per i cristiani
siriani l’unità nazionale è condizione di vita, ed essi devono e vogliono essere ponti
attivi per un dialogo nazionale autentico e serio. Il discorso del Papa al nuovo ambasciatore
della Siria propone nel modo più autorevole il quadro di riferimento per questo dialogo,
fondandolo sulla dignità di ogni persona umana. Il Papa parla con chiarezza della
“necessità di vere riforme nella vita politica, economica e sociale”; parla di cambiamenti
che non devono realizzarsi “in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto,
e ancor meno di violenza, ma in termini di rispetto della verità, dei diritti delle
persone e delle collettività, della coesistenza, come pure della riconciliazione”.
Il Papa insiste anch’egli sul ruolo costruttivo dei cristiani nella società siriana,
sui loro positivi rapporti con i musulmani nella comune preoccupazione per il bene
comune, chiede alle autorità siriane di tener conto delle aspirazioni della società
civile e delle insistenze internazionali, e allarga lo sguardo sulla necessità di
soluzioni globali per i popoli del Medio Oriente. Bisogna assolutamente opporsi alla
disintegrazione della regione e al moltiplicarsi senza fine dei conflitti, che costringono
le popolazioni a fuggire da un paese all’altro, dall’Iraq alla Siria, dalla Siria
alla Turchia…Bisogna convertirsi al dialogo della riconciliazione e della pace.