2011-06-11 15:01:52

Incontro sull'etica nel mondo del business. Il cardinale Turkson: provocare alla fede gli uomini d'affari


Si è tenuta ieri a Roma la conferenza stampa di presentazione di un incontro mondiale sull’etica nel mondo degli affari (Executive Summit on Ethics for the Business World), organizzato per il 16 e 17 giugno prossimi dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace in collaborazione con l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e il Fidelis International Institute. All’incontro, che sarà aperto dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, parteciperanno imprenditori, finanzieri, alti dirigenti e docenti universitari provenienti da tutto il mondo. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, durante la conferenza stampa ha sottolineato l’importanza di tradurre il messaggio sociale della Encicliche in un linguaggio che i politici e gli uomini e le donne d’affari possano comprendere. Philippa Hitchen lo ha intervistato:

R. – This conference ...
Questa conferenza riunirà persone provenienti da tutto il mondo: non sappiamo come potranno reagire ma credo ci saranno molte sorprese perché penso che ci sarà da parte di tutti l’apertura all’ascolto di qualcosa di nuovo, la disponibilità a raccogliere una sfida nuova. Conosco casi di uomini di affari che s’incontrano pensando che si parlerà solo di affari; poi viene qualcuno che imposta il suo intervento partendo dal punto di vista della sua fede e della sua esperienza. E c’è qualcuno che dice: “Sai, sono cattolico anch’io!”. Quindi, questo significa che è possibile leggere il tutto in un’altra luce, nella vita delle persone. Probabilmente, quello che bisogna fare non è soltanto rimanere a livello della professionalità ma anche ricordare che in definitiva tutti questi professionisti sono uomini e donne che non necessariamente per seguire la strada del business sono costretti ad adottare uno stile di vita particolare o ad adeguarsi a determinati modelli …

D. – Perché pensa che proprio in questo momento di crisi economica ci sia un nuovo interesse nell’ascoltare il messaggio della Chiesa?

R. – I know this effort ...
So che questi impegni, queste iniziative non sono isolati. So, per esempio, che in Inghilterra c’è il tentativo di riunire i dirigenti bancari per studiare alcuni aspetti del messaggio del Santo Padre. Alcuni l’hanno considerato fresco, nuovo, un grande arricchimento, qualcosa che non avevano sentito prima; altri continueranno a condurre i loro affari come hanno sempre fatto … Ma la tendenza è quella di dire: “Questo è come le cose dovrebbero essere”. Credo che, in quanto Chiesa, noi non ci siamo mai arresi allo status quo e non dobbiamo smettere di provocare la gente o di portare la gente oltre lo status quo. Bisogna ricordare alla gente che è possibile guardare le cose in maniera diversa da come è abituata a fare. E questo significa evangelizzare: sollecitare le persone ad elevarsi ad un livello che non conoscono. Se io dovessi parlare, non parlerei di banca, di giurisprudenza e così via, perché questo non è il mio campo; ma posso testimoniare l’esperienza di altri uomini d’affari che ad un certo punto hanno sperimentato Nostro Signore Gesù Cristo e quindi hanno deciso di fare le cose in maniera diversa. A New York ho conosciuto un uomo che lavorava in banca e che per sua stessa ammissione guadagnava milioni; ad un certo punto ha deciso di cercare un modo di dare tutto quello che aveva guadagnato al servizio della diffusione del Vangelo. Ce ne sono di storie come questa! Non le troviamo tutti i giorni nei titoli dei giornali, ma accadono, si verificano! Personalmente, riceverò alcuni gruppi di uomini d’affari come questi alla fine di giugno ...







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