Comunità internazionale "spaccata" sulla Siria. Editoriale di padre Lombardi
Prosegue la fuga dei siriani in Turchia. Circa 4mila persone hanno deciso di scappare
dal regime di Assad: la repressione delle proteste ha già provocato la morte di 1300
persone e 10 mila arresti. La situazione siriana ripropone la nota spaccatura in seno
alla comunità internazionale. Gli Stati Uniti, assieme a diversi paesi europei, premono
per una risoluzione di condanna dell’Onu. Tuttavia, Cina e Russia sono di parere contrario.
Proprio sulla posizione di Mosca Eugenio Bonanata ha intervistato Stefano
Torelli, responsabile Medio Oriente e Magreb di Equilibri.net: In Siria, l’intensità
dello scontro tra forze di governo e forze di opposizione sembra salire di giorno
in giorno. Il Papa, ricevendo lunedì scorso il nuovo ambasciatore siriano presso la
Santa Sede, ha espresso tutta la preoccupazione della Chiesa per quanto sta avvenendo
in questo Paese del Medio Oriente. Ascoltiamo in proposito il nostro direttore generale,
padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il Settimanale
informativo del Centro Televisivo Vaticano: Sono mesi ormai
che la situazione è in movimento in Siria come in diversi altri Paesi del mondo arabo,
ma gli eventi siriani sono particolarmente preoccupanti per il persistere di una violenza
che sembra senza sbocco. I gesuiti siriani hanno pubblicato recentemente un documento
importante, da cui appare tutto il loro amore per un Paese di grande tradizione di
unità nella diversità, “un mosaico vivente e bello”. Un Paese in cui oggi si manifestano
rivendicazioni sociali e politiche che mirano a un maggior livello di civiltà, ma
dove nella confusione attuale si è aperta la porta alla violenza e si tenta di innescare
l’eversione e la guerra fra le comunità religiose, con un grande rischio di disintegrazione
della società. Di qui un appello a tutto campo al dialogo, alla libera espressione
e alla partecipazione, rifiutando la violenza. Per i cristiani siriani l’unità nazionale
è condizione di vita, ed essi devono e vogliono essere ponti attivi per un dialogo
nazionale autentico e serio. Il discorso del Papa al nuovo ambasciatore della Siria
propone nel modo più autorevole il quadro di riferimento per questo dialogo, fondandolo
sulla dignità di ogni persona umana. Il Papa parla con chiarezza della “necessità
di vere riforme nella vita politica, economica e sociale”; parla di cambiamenti che
non devono realizzarsi “in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto,
e ancor meno di violenza, ma in termini di rispetto della verità, dei diritti delle
persone e delle collettività, della coesistenza, come pure della riconciliazione”.
Il Papa insiste anch’egli sul ruolo costruttivo dei cristiani nella società siriana,
sui loro positivi rapporti con i musulmani nella comune preoccupazione per il bene
comune, chiede alle autorità siriane di tener conto delle aspirazioni della società
civile e delle insistenze internazionali, e allarga lo sguardo sulla necessità di
soluzioni globali per i popoli del Medio Oriente. Bisogna assolutamente opporsi alla
disintegrazione della regione e al moltiplicarsi senza fine dei conflitti, che costringono
le popolazioni a fuggire da un paese all’altro, dall’Iraq alla Siria, dalla Siria
alla Turchia…Bisogna convertirsi al dialogo della riconciliazione e della pace.