Cile: terminato lo sciopero della fame degli indigeni mapuche
Finita la protesta dei lavoratori mapuche, che sono stati in sciopero della fame per
86 giorni, "ora tocca allo Stato risolvere completamente il conflitto. La soluzione
dovrebbe cominciare con la modifica della legge anti-terrorismo" ha detto l'arcivescovo
di Santiago, mons. Ricardo Ezzati, in un'intervista alla Radio Cooperativa de Cile,
di cui è pervenuta copia all’agenzia Fides. L’arcivescovo ha messo tra l’altro in
evidenza il lavoro svolto dai membri delle famiglie dei lavoratori mapuche, dall'Istituto
nazionale dei Diritti Umani e dalla Chiesa cattolica per porre fine agli 86 giorni
di digiuno, facendo notare che le istituzioni statali non hanno dato alcun contributo
a risolvere la questione. Hector Llaitul, Ramon Llanquileo, Jonathan Huillical e José
Huenuche hanno digiunato dal 16 marzo per chiedere un processo equo, dopo essere stati
condannati al termine di un processo in cui sono state utilizzate le procedure di
legge anti-terrorismo che, a loro parere, hanno limitato il diritto alla difesa. In
questo processo, che i media hanno fatto diventare un caso nazionale, Llaitul è stato
condannato a 25 anni di carcere e gli altri tre a 20 anni, per una aggressione avvenuta
durante il conflitto per le rivendicazioni territoriali Mapuche nel Cile meridionale.
Mons. Ezzati ha ricordato nell’intervista che il Presidente Sebastian Pinera si era
impegnato il 21 maggio a discutere una nuova legge anti-terrorismo che protegga i
diritti fondamentali delle persone, mentre pochi giorni fa il ministro dell'Interno
ha detto che il Cile ha bisogno di una legge "adeguata" contro il terrorismo. Gli
indigeni hanno messo fine allo sciopero della fame dopo un accordo raggiunto con il
gruppo delle famiglie, le organizzazioni dei diritti umani e i membri della Chiesa
cattolica, al fine di formare un "Comitato per la Difesa dei Diritti del Popolo Mapuche"
che dovrà agire per la promozione e la difesa dei diritti degli indigeni. (R.P.)