Siria, la Croce Rossa Internazionale chiede l'ingresso nel Paese
Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha lanciato oggi a Ginevra un
pressante appello per un accesso immediato in Siria a tutte le persone colpite dalle
violenze, comprese le persone arrestate o detenute. Il presidente Kellenberger si
è detto disposto a recarsi personalmente in Siria per parlare con le autorità di Damasco.
Intanto, nel Paese infuriano le violenze. Così come in Yemen, in rivolta contro il
presidente Saleh. Ce ne parla Salvatore Sabatino:
Gli oppositori
lo avevano ampiamente annunciato: anche questo venerdì di preghiera sarebbe stato
all’insegna della tensione. E così è stato. Anche perché i manifestanti continuano
a marciare, ovunque, contro il presidente Bashar Al Assad; ed il suo esercito non
resta a guardare. Neppure ai limiti del proprio territorio, al confine con la Turchia,
a nord ovest. Fazzoletto di terra che nei giorni scorsi ha visto il massacro di 120
militari da parte di non meglio identificate bande armate. “La risposta sarà dura”,
aveva detto il presidente da Damasco. E la risposta è dura, soprattutto oggi. Tanto
che la Turchia, attraverso il premier Erdogan ha accusato il regime siriano di 'atrocità'
e di non comportarsi in maniera umana nei confronti dei manifestanti. Le cose non
vanno certamente meglio in Yemen, dove si moltiplicano le manifestazioni di dissenso
contro il presidente Saleh, che resta al momento in Arabia Saudita, dopo aver subito
2 interventi chirurgici. Necessari dopo il ferimento nel corso dell’attacco contro
il palazzo presidenziale di Sanaa, il 3 giugno scorso. Sembra, invece, stiano
lasciando lo Yemen i familiari del contestato presidente. Secondo fonti anonime, tre
civili hanno perso la vita durante un raid aereo contro presunti appartenenti ad Al
Qaeda.