2011-06-10 15:43:50

La Croce Rossa internazionale chiede accesso in Siria


Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha lanciato oggi a Ginevra un pressante appello per un accesso immediato in Siria a tutte le persone colpite dalle violenze, comprese le persone arrestate o detenute. Il presidente Kellenberger si è detto disposto a recarsi personalmente in Siria per parlare con le autorità di Damasco. Intanto, nel Paese infuriano le violenze. Così come in Yemen, in rivolta contro il presidente Saleh. Ce ne parla Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Gli oppositori lo avevano ampiamente annunciato: anche questo venerdì di preghiera sarebbe stato all’insegna della tensione. E così è stato. Anche perché i manifestanti continuano a marciare, ovunque, contro il presidente Bashar Al Assad; ed il suo esercito non resta a guardare. Neppure ai limiti del proprio territorio, al confine con la Turchia, a nord ovest. Fazzoletto di terra che nei giorni scorsi ha visto il massacro di 120 militari da parte di non meglio identificate bande armate. “La risposta sarà dura”, aveva detto il presidente da Damasco. E la risposta è dura, soprattutto oggi. Tanto che la Turchia, attraverso il premier Erdogan ha accusato il regime siriano di 'atrocità' e di non comportarsi in maniera umana nei confronti dei manifestanti. Le cose non vanno certamente meglio in Yemen, dove si moltiplicano le manifestazioni di dissenso contro il presidente Saleh, che resta al momento in Arabia Saudita, dopo aver subito 2 interventi chirurgici. Necessari dopo il ferimento nel corso dell’attacco contro il palazzo presidenziale di Sanaa, il 3 giugno scorso. Sembra, invece, stiano lasciando lo Yemen i familiari del contestato presidente. Secondo fonti anonime, tre civili hanno perso la vita durante un raid aereo contro presunti appartenenti ad Al Qaeda.

Secondo l’Onu, finora morte in Libia almeno 10 mila persone
In Libia, proseguono i raid aerei della Nato su Tripoli. Anche la scorsa notte la città è stata colpita da bombardamenti. Intanto, l’Onu ha diffuso un bilancio delle vittime dall’inizio della guerra. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Tra le dieci e le quindicimila persone sono morte, tenendo conto di entrambi gli schieramenti, secondo le Nazioni Unite. La missione dell’organizzazione internazionale, che ha visitato la Libia in aprile, ha anche reso noto che sono state trovate prove di crimini di guerra. Ne sarebbero responsabili tanto le forze di Gheddafi, sospettate tra l’altro di attacchi ai civili e alle unità di soccorso, quanto quelle degli oppositori. Il governo di Tripoli ha però negato ogni responsabilità, accusando invece i ribelli di massacri e cannibalismo. Sul piano militare, dagli Stati Uniti è arrivato oggi il monito del segretario alla Difesa americano, Robert Gates. Le “lacune negli investimenti e nel consenso politico”, ha detto, rischiano di “compromettere” l’efficacia della campagna della Nato. Già ieri Gates aveva invitato i Paesi dell’Alleanza atlantica, compresi quelli ancora non impegnati sul campo, a un maggiore coinvolgimento nella missione. Sul fronte delle trattative, l’inviato del governo russo che ha recentemente incontrato, a Bengasi, alcuni rappresentanti degli insorti ha in preparazione un viaggio a Tripoli, ma è incerto se, nella capitale libica, incontrerà direttamente il colonnello Gheddafi.

Disordini nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme
Scontri fra dimostranti palestinesi e reparti della polizia israeliana sono avvenuti nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, al termine delle preghiere islamiche del venerdì. Lo ha riferito la radio militare. Secondo la polizia, dopo le preghiere gruppi di giovani palestinesi hanno lanciato sassi in direzione degli agenti, che erano dislocati al di fuori della Spianata. A quel punto gli agenti hanno avuto ordine di entrare nella Spianata e di disperdere i dimostranti.

Bahrein: rinviati a giudizio 400 manifestanti
Circa 400 manifestanti, sono stati rinviati a giudizio in Bahrein dopo le proteste che hanno scosso la monarchia del Golfo, secondo quanto rivelato oggi da un gruppo di opposizione. Wefaq, che rappresenta la maggioranza sciita in Bahrein, ha riferito che 50 persone sono state già condannate a pene variabili dalla condanna a morte a un breve periodo di detenzione. La famiglia sunnita al Khalifa al potere ha soffocato le rivolte degli sciiti cominciate nel marzo scorso, chiamando truppe dai vicini Paesi a guida sunnita e imponendo la legge marziale, revocata solo la settimana scorsa. Il Bahrein, che ospita la Quinta Flotta Usa, ha detto che le proteste per la democrazia erano guidate dal governo sciita dell'Iran.

Karthoum annuncia di aver ripreso il controllo dello Stato petrolifero del Sud
L'esercito sudanese sta riprendendo il controllo dello Stato petrolifero del Sud Kordofan, nel centro del Sudan, teatro di combattimenti da diversi giorni con le forze del Sud Sudan. Lo ha affermato oggi il presidente sudanese Omar el Bashir. Nella tarda serata di ieri il principale consigliere presidenziale, Nafie Ali Nafie, ha dichiarato, sempre secondo la Suna, che il Partito del Congresso nazionale (Ncp, al potere) aveva dato “piena liberta”' alle forze armate per riprendere il controllo del Sud Kordofan. L'Onu ha oggi reso noto che i combattimenti in corso da domenica scorsa in questo Stato sudanese continuano a estendersi. Il Sud Kordofan, solo Stato petrolifero del Nord, è al confine con il Sud - che il 9 luglio prossimo diventerà uno Stato indipendente - ed è stato un campo di battaglia durante la guerra civile fra Nord e Sud (1983-2005). Intanto, sempre in Sudan, un'organizzazione per la difesa dei diritti umani ha detto che miliziani appoggiati dall'esercito sudanese hanno giustiziato 16 membri della tribù Zaghawa nel nord della provincia del Darfur dopo che questi avevano cercato di recuperare del bestiame che era stato loro rubato.

La Commissione Europea parla di adesione della Croazia all’Ue da luglio 2013
La Commissione europea considera finiti i negoziati con la Croazia e ritiene che la strada sia ormai spianata per l'adesione di Zagabria all'Ue dal primo luglio 2013. Lo ha annunciato il presidente dell'esecutivo europeo, Josè Manule Barroso.

Summit Ue-Russia
La Russia ha accettato, oggi, di togliere l'embargo sulla verdura europea imposto da Mosca a causa del batterio killer. Lo ha confermato il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, a margine del summit annuale Ue–Russia aperto stamane a Nizhni Novgorod, nel centro del Paese. Un vertice dunque dominato dalla questione dell’epidemia di Escherichia Coli, che ha provocato in Europa oltre 30 milioni di danni all’agricoltura, e che ha messo in ombra altri importanti temi nelle relazioni bilaterali. L'opinione di Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca del "Corriere della Sera", intervistato da Stefano Leszczynski.RealAudioMP3

R. – Certamente c’è stata una campagna dei giornali e dei mass media che ha terrorizzato la gente, per cui il governo ha deciso di prendere questo provvedimento di blocco totale. E forse ci sono anche screzi di fondo tra Europa e Russia che magari potrebbero aver portato a questa decisione che, certamente, per la Russia non ha precedenti. C’è un precedente con gli Stati Uniti, quello delle ali di pollo, che gli americani vendevano in gran numero alla Russia - e che adesso vendono di nuovo - e che furono bloccate parecchi anni fa per motivi sanitari, ma in quel caso senza che dietro ci fosse nessuna epidemia. Sicuramente c’era un problema economico di relazioni tra i due Paesi, che aveva portato a questa decisione.

D. – Ora, quali potrebbero essere le contropartite, al di là delle garanzie sui prodotti da esportare verso la Russia?

R. – Ci sono probabilmente motivi di altro genere. Un motivo grosso si chiama Wto, World Trade Organization, nel quale la Russia vorrebbe entrare, ma è ancora bloccata dalla Georgia, e ha posto la questione del libero transito sulle frontiere. Ovviamente fra Russia e Georgia “frontiere” vuol dire anche Abkhazia e Ossezia del Sud, le Repubbliche che si sono separate dalla Georgia, che la Russia ha riconosciuto, e che sono state al centro di una guerra del 2008. Chiaramente l’Europa potrebbe premere molto sulla Georgia e quindi questo potrebbe essere un elemento in mano ai russi. Un altro elemento importante è quello del ricco mercato del gas interno ai Paesi europei. La Russia esporta gas in Europa, ma lo vende quasi totalmente alla frontiera e poi sono altre società europee che lo distribuiscono; e la Russia non è un mistero che da molto tempo, tramite Gazprom, vorrebbe entrare in questo mercato molto ricco, perché i margini sono estremamente elevati.

D. – Nel complesso, come possiamo dire si siano sviluppate in questi ultimi anni le relazioni tra Unione Europea e Russia che, comunque, rimane un partner molto importante?

R. – Per la Russia, l’Europa è il primo partner mondiale, non c’è dubbio. La Russia è legata a doppio filo e importa tantissimo dall’Europa. Sono state sempre relazioni abbastanza buone, anzi direi quasi ottime con quasi tutti i Paesi e con l’Unione Europea in generale. Ricordiamo che adesso la Russia sta per rilanciare il suo settore automobilistico e la maggior parte delle aziende che hanno deciso di investire direttamente per costruire auto in Russia sono aziende europee. (ap)

Dopo la liberazione di Battisti, l’Italia richiama l’ambasciatore in Brasile
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha richiamato in Italia l’ambasciatore a Brasilia “per un esame della situazione”. La decisione arriva all’indomani del provvedimento del supremo tribunale federale brasiliano che ha negato la scarcerazione e l’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti. Il ministro ha poi definito la decisione dei magistrati brasiliani “politica e non giuridica”.

Ancora un’imboscata di maoisti in India: 10 morti nel Chhattisgarh
In India, un’imboscata di guerriglieri maoisti ha provocato 10 morti tra paramilitari e agenti delle forze di sicurezza, nello Stato orientale del Chhattisgarh. Una bomba a bordo strada è esplosa al passaggio di due veicoli della polizia. Questo è il secondo attacco che i guerriglieri, noti come "naxaliti", sferrano nelle ultime 24 ore. Ieri, infatti, un commando maoista ha ucciso quattro soldati nella stessa zona.

Delegazione del Partito comunista in Corea del Nord
Una delegazione del Partito comunista cinese è arrivata oggi in Corea del Nord, per una visita di alcuni giorni. Non sono stati diffusi dettagli sugli argomenti dei colloqui, che però, secondo gli analisti, potrebbero riguardare la cooperazione economica tra i due Paesi e la ripresa dei negoziati sul programma nucleare di Pyongyang. È incerto, inoltre, se la delegazione cinese incontrerà il presidente nordcoreano Kim-Jong Il, che a fine maggio si era recato a sua volta in Cina. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Davide Maggiore)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 161







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