I vescovi dell’Africa australe lanciano l’allarme sui diritti umani in Swaziland
“Lo Swaziland è un Paese in subbuglio; un Paese lacerato dall'interno a causa delle
azioni di un Capo di Stato indifferente e di un regime che diventa brutale di giorno
in giorno”. È quanto denuncia il cardinale Wilfrid Napier, arcivescovo di Durban e
portavoce della Southern African Catholic Bishops Conference (Sacbc, della quale fanno
parte i vescovi di Sudafrica, Swaziland e Botswana) in un comunicato inviato all’agenzia
Fides. La nota è stata pubblicata al termine di una visita nello Swaziland di una
delegazione della Sacbc della quale facevano parte lo stesso cardinale Napier; mons.
Buti Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg e presidente della Sacbc; mons. Barry Wood,
vescovo ausiliare di Durban e mons. Giuseppe Sandri, vescovo di Witbank. Nello Swaziland
vige lo stato di emergenza “imposto - ricorda il cardinale Napier - il 12 aprile 1973,
quando il Re Sobhuza II usurpò ogni potere legislativo, amministrativo e giudiziario
con un decreto reale che stabilisce che l’autorità suprema risiede unicamente nell’istituzione
monarchica e nella persona del Re. Sono banditi tutti i partiti politici ed ogni attività
politica”. Nonostante la Costituzione dello Swaziland garantisca i diritti inseriti
nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il fatto che il decreto del
1973 sia anch’esso inserito nella Carta Costituzionale “priva i cittadini dei loro
diritti fondamentali: di espressione, di riunione e di associazione”. “Questo - argomenta
il cardinale Napier - rende lo Swaziland uno Stato di polizia nel quale i partiti
politici rimangono proibiti”. A dimostrazione delle gravi violazioni dei diritti umani,
il presule cita la soppressione violenta della manifestazione di protesta del 12 aprile
di quest’anno, la morte “in circostanze misteriose” di due attivisti detenuti dalle
autorità e la legge antiterrorismo del 2008 “utilizzata dal governo per ridurre al
silenzio le voci critiche”. Il cardinale Napier ricorda inoltre che lo Swaziland si
trova di fronte ad una gravissima crisi sociale ed economica: registra la più alta
percentuale di infezioni di Aids del mondo (26% della popolazione), ha la più bassa
speranza di vita del mondo (32 anni), un tasso di disoccupazione del 40%, il 70% della
popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, con meno di 6 dollari al giorno.
I vescovi dell’Africa australe lanciano quindi un appello all’Unione Africana ed alla
Comunità di Sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc) perché “si esamini in maniera
critica ed onesta se la Costituzione dello Swaziland sia conforme alla Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo e se il processo elettorale sia in linea con le procedure
del Protocollo elettorale della Sadc”. (M.G.)