All'Onu di Ginevra, il 20 giugno evento sul Beato Wojtyla e i diritti umani. Intervista
con mons. Tomasi
“La promozione dei diritti umani e Giovanni Paolo II”: è l’evento promosso congiuntamente
dalla Missione permanente della Santa Sede e della Polonia all’Onu di Ginevra, in
programma il 20 giugno prossimo alla sede delle Nazioni Unite. Interverranno numerose
personalità ecclesiali ed istituzionali ed è previsto un messaggio del cardinale segretario
di Stato, Tarcisio Bertone. Verrà, inoltre, proiettato un documentario sul Beato Wojtyla
e inaugurata una mostra di francobolli sui viaggi apostolici di Giovanni Paolo II.
Alessandro Gisotti ha parlato di questo importante evento con l’arcivescovo
Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra:
R. - Le Nazioni
Unite hanno a Ginevra uno dei pilastri più importanti della struttura internazionale,
che è il Consiglio dei diritti umani. Abbiamo pensato - la missione permanente della
Polonia e quella della Santa Sede - di mettere in rilievo questo contributo e la personalità
di Giovanni Paolo II è particolarmente significativa in questo contesto. Si tratta
di una presenza, quella di Giovanni Paolo II, che rimane viva: ha voluto, in qualche
modo, fare della Chiesa la “voce dei senza voce” di questo mondo, dei lavoratori polacchi,
dei popoli indigeni, dei bambini non nati… E’ stato infatti chiamato anche il “Papa
dei diritti umani”. Partendo dal messaggio dell’Enciclica Pacem in Terris di
Giovanni XXIII e soprattutto dall’insegnamento del Concilio Vaticano II, è riuscito
a dare pieno diritto di cittadinanza - diciamo così - ai diritti umani nella Dottrina
sociale della Chiesa.
D. - Particolarmente significative sono le personalità
che interverranno…
R. - Certo. Il messaggio del cardinale Tarcisio Bertone
punterà sulla radice teologica da cui parte Papa Giovanni Paolo II, mentre il cardinale
Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, parlerà della libertà religiosa e temi similari.
Interessante poi sarà l’intervento dell’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede,
Mordechay Lewy, sul nuovo capitolo che Giovanni Paolo II ha aperto nelle relazioni
con la fede ebraica. E ancora, quello di Hanna Suchcka, ex primo ministro polacco
e ora ambasciatrice della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, che affronterà
il tema del rispetto del lavoro e dei sindacati. Da tutto questo viene fuori una presentazione
che mette in luce come il messaggio fondamentale che la Chiesa dà attraverso Giovani
Paolo II sulla indivisibilità e sulla universalità dei diritti umani continui a essere
efficace e può diventare la via per raggiungere la pace e per promuovere la dignità,
anche dei poveri e dei Paesi sottosviluppati.
D. - Quanto il Magistero
di Giovanni Paolo II è ancora oggi ascoltato, approfondito in sede Onu e quanto questo
evento può aiutare a conoscere meglio il pensiero di Karol Wojtyla?
R.
- Oggi, la figura di Giovanni Paolo II rimane una figura viva, anche perché il Santo
Padre Benedetto XVI porta avanti alcune delle idee fondamentali che, assieme a Papa
Wojtyla, quando era cardinale, aveva promosso: gli insegnamenti di Giovanni Paolo
II continuano a essere efficaci e ad avere un impatto concreto. Servono anche a fermentare
dibattiti internazionali e situazioni difficili, dove la priorità deve essere data
non tanto a quello che è politicamente corretto o a quello che è conveniente, ma alla
persona umana. (mg)