Sugli schermi in Italia il film di Romain Goupil "Tutti per uno"
E’ uscito in Italia, dopo il successo e le discussioni che ha suscitato in Francia,
“Tutti per uno” di Romain Goupil: una undicenne cecena rischia il rimpatrio e, tra
tanta intolleranza, trova rifugio e conforto nell’affetto e nell’attenzione di una
mamma francese. Un film che affronta le questioni difficili e dolorose dell’immigrazione
attraverso gli occhi di un gruppo di bambini posti dinanzi alle ingiustizie e alle
ipocrisie degli adulti. Il servizio di Luca Pellegrini:
Nell’anno
2009 Milana, di origine cecena, ha undici anni: vive a Parigi un’adolescenza fatta
di piccole cose. E di grandi difficoltà: è immigrata, è illegale. Con gli amici, comunque,
va a scuola, gioca, scherza. Cendrine, una mamma concreta, semplice e sensibile -
interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, in splendida forma - si prenderà particolare
cura di lei, accogliendola in famiglia, tutelandola nella sua adolescenza, salvandola
dal rimpatrio forzato e da certe odiose violenze che colpiscono i più piccoli. Infatti,
l’aria è gravida di malessere, di paure, di delazioni, di intolleranza. Nel 2067 Milana
ha settant’anni e ricorda così quella sua giovinezza e i fatti che le capitarono:
il suo volto invecchiato scandisce l’inizio e la fine del film. Ma, tra i tanti fatti
accaduti, non ricorda più il nome del Presidente francese d’allora! Romain Goupil,
parigino, si è detto fiero, e giustamente, di questo suo piccolo film, convinto, in
cuor suo, di avere fatto la cosa giusta: attraverso gli occhi e le esperienze di un
gruppo di bambini di diversa etnia, raccontare il clima intimidatorio e ipocrita che
intorbidisce la società dei nostri anni. Il suo desiderio è stato quello di immaginare
il mondo di oggi commentato sessant’anni dopo, facendolo con un senso di distacco
e per confermare come sia davvero inammissibile ciò che sta accadendo, nell’ambito
delle politiche immigratorie. Pentimento dell’umanità in un non troppo lontano 2067?
“Non c’è bisogno di pentirsi nel 2067 - risponde il regista -. Il film è realizzato
nel nostro 2010 e noi dobbiamo interrogarci fin da oggi sulle ingiustizie subite da
questi ragazzi. Il pentimento futuro sarebbe la sconfitta del nostro presente”. Si
sente l’ansia di ritrovare e praticare una giustizia perduta, che i bambini mettono
in pratica fuggendo dalla realtà acerba e dolorosa, nascondendosi in uno spazio buio
e nascosto, creando il panico nelle famiglie e tra i politici. “Ma loro non fuggono
la realtà - precisa Goupil - al contrario la impongono agli adulti, alle autorità
e ai loro genitori. Urlano a tutti con le loro azioni: ‘Se voi continuate nelle vostre
ingiustizie, voi ci perderete!’. Ci mettono in guardia e ci ricordano una legge morale
fondamentale: sempre proteggere il più debole”.