2011-06-09 14:07:13

Sudan: la Chiesa denuncia il dramma umanitario di migliaia di sfollati da Kordofan e Abyei


“I combattimenti continuano, l’intera popolazione è fuggita dalla città” dice all’agenzia Fides mons. Michael Didi Adgum Mangoria, vescovo coadiutore di El Obeid, nella cui giurisdizione rientra il sud Kordofan (nel sud Sudan), la cui capitale, Kadugli, è da giorni al centro di violenti combattimenti tra le truppe del nord e del sud Sudan. “L’Onu ha inviato alcuni osservatori. Due suore comboniane ed un sacerdote, insieme a qualche decina di persone, sono state fatte sgomberare dalla chiesa dove si erano rifugiati e si trovano ora nel compound degli osservatori dell’Onu” dice il vescovo. Mons. Mangoria, pur apprezzando il loro intervento, sottolinea che gli uomini inviati dall’Onu “sono semplici osservatori e non peacekeeper. Non sono in grado di proteggere nemmeno sé stessi, figuriamoci i civili. Ci sono 7 parrocchie nella regione dei Monti Nuba, di cui una a Kadugli. Ho contattato i parroci delle altre parrocchie e mi hanno detto che da loro la situazione è calma. Il problema è quindi nella città di Kadugli” sottolinea mons. Mangoria. Per far comprendere la gravità della situazione il vescovo riferisce: “questa mattina sono riuscito a telefonare alle religiose che si trovano sotto la protezione dell’Onu, ma non sono riuscivo a sentirle bene a causa del rumore dei combattimenti che provenivano dalla città”. Mons. Mangoria spera che vi siano spazi per una trattativa: “un parlamentare mi ha detto che vi sono dei tentativi di trovare una soluzione pacifica, ma finora la situazione è bloccata e i combattimenti continuano”. Sempre all'agenzia Fides, mons. Roko Taban Mousa - amministratore apostolico di Malakal, nel sud Sudan, sotto la cui giurisdizione ricade Abyei, la località contesa tra nord e sud Sudan, occupata il 21 maggio dalle truppe di Khartoum - afferma che “la popolazione di Abyei è ancora dispersa nell’area del cessate il fuoco e necessita di assistenza. Il dramma umanitario continua”. Gli abitanti dell’area sono fuggiti determinando una grave emergenza umanitaria. “Vi sono persone di buona volontà che da diverse città del sud Sudan inviano aiuti. Questi contributi però non sono sufficienti a far fronte alle necessità di tutti, al massimo possono bastare per 3-4 giorni e poi si è di nuovo da capo” afferma preoccupato mons. Mousa. Secondo le stime ufficiali gli sfollati sono 46.000, mentre alcune agenzie umanitarie affermano che sono circa 100.000. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.