Scuole di religione nelle carceri dello Sri Lanka: è l’iniziativa promossa dal governo
che intende fornire un’educazione sui temi di fede ai detenuti. L’obiettivo – ricorda
l’Osservatore Romano – è di agevolare anche il reinserimento sociale. Corsi educativi
sulle religioni cristiana, musulmana, induista e buddista saranno tenuti all’interno
di istituti penitenziari e strutture riabilitative per giovani. Il segretario del
Ministry of Rehabilitation and Prison Reforms, Desanayake, ha sottolineato che si
intende così fornire “l’opportunità ai detenuti di avere un’educazione religiosa,
che servirà a migliorare la qualità della loro vita quando saranno usciti dal carcere”.
Le comunità religiose hanno accolto favorevolmente il progetto governativo, pur osservando
la necessità che l’insegnamento della religione avvenga in maniera professionale,
rispettando la specificità dei temi affrontati. Per l’ex cappellano delle carceri
nel distretto di Colombo, padre Noel Dias, la volontà del Governo risponde a un’esigenza
avvertita più comunemente nella società, ovvero “quella di formare persone oneste
e corrette”. L’insegnamento della religione offre dunque l’occasione di formare “dei
buoni cittadini”. “Nelle carceri — spiega il segretario dell’Hindu Religious Federation,
Ramachandra Kurukkal Babusharma — ci sono persone di ogni tipo, ma qualunque siano
le loro colpe, è nostro compito aiutare a espiarle e la religione rende l’esser umano
migliore”. Il monaco buddista, Weligama Dhammissara Thero, sottolinea che “i docenti
che andranno a insegnare religione nelle carceri dovranno essere ben istruiti”. Anche
secondo l’imam Seyed Hassan Moulana, l’insegnamento della religione dovrà comportare
un alto grado di professionalità e di rispetto per le tradizioni. “La religione —
ha detto — non può essere insegnata in fretta e in poco tempo”. In Sri Lanka, su una
popolazione di oltre venti milioni di persone, i buddisti rappresentano il 68,4%,
gli indù l’11,3%, i cristiani il 9,4%, i musulmani il 9% e i restanti appartenenti
ad altre fedi e confessioni circa il 2%. (A.L.)