2011-06-09 12:51:55

Pace, dialogo e rispetto della dignità umana nei discorsi del Papa ai 6 ambasciatori ricevuti in Vaticano


Dialogo, promozione della famiglia e della pace ma anche educazione e sviluppo sostenibile. Sono tra i temi affrontati dal Papa nei discorsi agli ambasciatori dei 6 Paesi ricevuti in Vaticano. Particolarmente significativo quello rivolto all’ambasciatore di Siria, nel quale il Papa si è soffermato sulle recenti rivolte nei Paesi arabi e sulla difficile situazione nel Medio Oriente. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Gli avvenimenti degli ultimi mesi nei Paesi arabi del Mediterraneo, “manifestano il desiderio di un avvenire migliore nell’ambito dell’economia, della giustizia, della libertà e della partecipazione alla vita pubblica”: è quanto sottolinea Benedetto XVI nel discorso all’ambasciatore di Siria Hussam Edin Aaala. Questi eventi, soggiunge, “mostrano anche l’urgente necessità di autentiche riforme nella vita politica, economica e sociale”. Al tempo stesso, osserva il Papa, “è altamente auspicabile che queste evoluzioni non si realizzino in termini di intolleranza, discriminazione o conflitto e ancora meno con la violenza”. Piuttosto, è il suo monito, devono svolgersi “nel rispetto assoluto della verità, della coesistenza, dei diritti legittimi delle persone e delle collettività”, all’insegna della “riconciliazione”. Sono questi principi, è l’esortazione del Pontefice, “che devono guidare le autorità, tenendo conto tanto delle aspirazioni della società civile quanto delle pressioni internazionali”.

Al tempo stesso, avverte il Papa guardando alla situazione nel Medio Oriente, “va trovata una soluzione globale per far progredire la pace nella regione”. Questa soluzione, sottolinea, deve essere “il frutto di un compromesso” tra le parti e “non di una scelta unilaterale imposta con la forza”, che “non risolve nulla”. E rimarca l’insufficienza delle “soluzioni parziali e unilaterali”. Coscienti delle “sofferenze di tutte le popolazioni” del Medio Oriente, avverte il Papa, “bisogna procedere con un approccio deliberatamente globale che non esclude alcuno nella ricerca di una soluzione negoziata che tenga conto delle aspirazioni e degli interessi legittimi dei diversi popoli”.

Il Papa non ha poi mancato di sottolineare il ruolo positivo dei cristiani nella società siriana come anche le armoniose relazioni tra cristiani e musulmani nel Paese, ribadendo che “la via dell’unità e della stabilità di ogni nazione passa dal riconoscimento della dignità inalienabile di ogni persona umana”. Di qui il richiamo a privilegiare il bene comune, lasciando da parte “gli interessi personali e di parte”. Il dialogo, l’ascolto e la collaborazione, ribadisce il Pontefice, devono essere riconosciuti come la via di confronto fra le diverse componenti della società. Infine, ha ringraziato il popolo siriano per aver accolto, in questi anni, i tanti rifugiati cristiani provenienti dall’Iraq.

Nel discorso all’ambasciatore di Nuova Zelanda, George Robert Furness Troup, il Papa rinnova la sua solidarietà alle vittime del terremoto che nel febbraio scorso ha devastato la comunità di Christchurch. Né manca di elogiare quanti si sono impegnati con generosità nelle operazioni di soccorso. Il Papa riconosce dunque il ruolo dei neozelandesi nella regione del Pacifico in favore della pace e del sostegno allo sviluppo dei Paesi vicini. Quindi, incoraggia modelli di sviluppo che rispettino l’ecologia. Ancora, ribadisce l’impegno della Chiesa in difesa della persona, dei suoi diritti inalienabili, dal concepimento alla morte naturale, e in favore della famiglia e dell’educazione.

All’ambasciatore della Moldova, Stefan Gorda, il Papa sottolinea che il legittimo desiderio di questo Paese di entrare nell’Unione Europea non può che avvenire nel rispetto della sua identità culturale fondata sui valori cristiani: in questo senso la Moldova – afferma – “può aiutare con coraggio l’Unione Europea a riscoprire ciò che essa non vuole più vedere o addirittura nega”. Benedetto XVI osserva poi che per superare le problematiche economiche il Paese è chiamato a rispettare gli interessi della sovranità nazionale guardando al benessere di tutte le componenti sociali e non solo di alcune a detrimento di altre. Infine, plaude alla collaborazione tra la Chiesa ortodossa e la piccola comunità cattolica, unite nel promuovere i valori religiosi contro il materialismo e il relativismo.

Nel discorso all’ambasciatore del Ghana, signora Geneviève D. Tsegah, il Papa ricorda i recenti progressi fatti dal Paese a livello economico e sociale. Ed elogia la condotta pacifica e regolare delle elezioni. L’armonia etnica, osserva il Pontefice, “è stato un fattore importante per creare le condizioni di pace, stabilità” e progresso per tutti i cittadini. Un impegno che ha visto il contributo delle comunità cristiane locali e che ora, è l’auspicio del Papa, “dovrà essere coronato dalle prossime consultazioni” a livello costituzionale. Né manca di elogiare il clima favorevole alla libertà religiosa che contraddistingue il Ghana, a favore della crescita di tutte le istituzioni del Paese. E ribadisce l’importanza della sintesi tra interessi secolari e religiosi. Si augura infine un corretto uso delle risorse naturali di cui il Ghana è ricco.

Il tema della libertà di culto – in un Paese diviso a metà tra cattolici e protestanti – ha catalizzato la riflessione di Benedetto XVI nel discorso all’ambasciatore del Belize, Henry Llewellyn Lawrence. Tale libertà, afferma il Papa, è figlia dei valori cristiani sui quali è stata costruita la storia del piccolo Stato centroamericano, che conta circa 300 mila abitanti. Benedetto XVI sottolinea inoltre il ruolo giocato dalla Chiesa nel campo dell’istruzione. Essa, afferma tra l’altro, “porta frutto quando si innesta su virtù già radicate nella famiglia”, che è il “terreno di formazione primaria per serene relazioni ad ogni livello della convivenza umana, nazionale e internazionale”. L’ultimo pensiero del Papa è per i giovani del Belize: grazie a una “solida fede”, oltre che all’intelligenza e alla buona volontà, saranno meglio preparati, rileva, ad assumere la leadership civica e sociale e a provvedere alla nazione un futuro “stabile, giusto e pacifico”.

All’ambasciatore della Guinea Equatoriale, Narciso Ntugu Abeso Oyana, il Papa ricorda il contributo della Chiesa per la promozione di una società giusta e solidale che rispetti la dignità dell’uomo e l’ambiente, nella ricerca di un’equa distribuzione della ricchezza. Tutto ciò – rileva - è indispensabile per rilanciare un autentico progresso sociale, che raggiunga tutti, ma soprattutto i poveri e i bisognosi, e promuova la vita, la famiglia, l’educazione e la salute di tutti senza mai dimenticare che l’uomo è stato creato a immagine di Dio.







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