2011-06-09 15:11:29

Nel cuore del Congo, una scuola dedicata al Beato Karol Wojtyla


Una scuola materna dedicata al Beato Giovanni Paolo II: è l’iniziativa del parroco di Mongana, villaggio della diocesi di Lisala nel cuore della Repubblica Democratica del Congo. Il progetto è stato interamente finanziato dall’Opam, l’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo. Intervistato da Alessandro Gisotti, il presidente dell’Opam, mons. Aldo Martini, si sofferma sull’importanza di questa scuola per la comunità locale:RealAudioMP3

R. – Il parroco di questo villaggio ha voluto fare una scuola materna, in attesa che poi i ragazzi crescendo andassero a scuola e che si potesse fare una scuola elementare nel villaggio stesso. Ha fatto una piccola scuola di rami, di terra battuta e di frasche, che è in condizioni pietose. Quindi, per ricordare la beatificazione di Giovanni Paolo II si è rivolto all’Opam, proponendoci di costruire questa scuola in mattoni e con un tetto in lamiera. La particolarità è che le tre sezioni della scuola hanno ricevuto dei nomi che ricordassero le tappe della vita di Papa Giovanni Paolo II: Wadowice, il paese natale; Cracovia e il Vaticano. I bambini vengono chiamati dalla gente del posto in modo molto affettuoso “les petites cracoviennes”, i piccoli cracoviani. La gente è rimasta entusiasta e ha collaborato molto attivamente, offrendo manodopera e fornendo le pietre.

D. – Quanto è importante l’alfabetizzazione, la scuola per l’appunto, per le nuove generazioni di questa area, per la diocesi di Lisala?

R. – La scuola è fondamentale. Tutti i vescovi della regione, che è tutta in piena foresta equatoriale, hanno messo tra le loro priorità proprio l’alfabetizzazione e la scuola, essendo normalmente regioni prive di strutture scolastiche. Le scuole presenti risalgono all’epoca dei belgi, ma sono state in gran parte distrutte, perché la zona è rimasta molto colpita dalle due guerre del Congo: manca l’energia elettrica, manca l’acqua potabile. Quindi, hanno investito molto e stanno chiedendoci aiuto per sostenere l’alfabetizzazione, perché vedono nell’alfabetizzazione, e quindi nella cultura, l’unica possibilità di risorgere per questa popolazione.

D. – Può parlarci del legame tra Giovanni Paolo II e l’Opam?

R. – Il legame passa attraverso il suo fondatore, don Carlo Muratore, che è stato missionario in Venezuela per 15 anni. La nascita dell’Opam nasce proprio dalla constatazione che senza la cultura, senza la scuola, senza l’alfabetizzazione, una persona è una persona dimezzata, una persona che viene esposta ad ogni sorta di pericolo, di sfruttamento da parte degli altri, e che non conosce neanche i propri diritti. Giovanni Paolo II e don Carlo si erano incontrati nel ’92, durante un incontro del Centro cattolico internazionale che festeggiava i suoi 40 anni qui a Roma e, in quell’occasione, stringendo la mano a don Carlo, il Papa disse “l’alfabetizzazione, quale importantissimo compito”. Dopo di che, compiendo l’Opam i suoi 20 anni di fondazione, il Papa nello stesso anno mandò un telegramma di augurio e di incoraggiamento e soprattutto nel ’95 dedicò la lettera quaresimale al tema dell’alfabetizzazione. (ap)







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