Libia: ad Abu Dhabi riunione del Gruppo di contatto. A Tripoli nuovi raid della Nato
Si è aperta oggi ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, la terza riunione del Gruppo di
contatto sulla Libia. Al centro della riunione, il futuro della Libia nel post Gheddafi
e i meccanismi di finanziamento al Consiglio Nazionale Transitorio dei ribelli. Gli
insorti hanno annunciato che produrranno presto 100.000 barili di petrolio al giorno
grazie allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della Cirenaica, regione sotto
il loro controllo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La comunità
internazionale è tornata a riunirsi attorno ad un tavolo nel tentativo di trovare
una soluzione alla crisi libica. L’obiettivo è di cominciare a discutere del futuro
della Libia senza il colonnello Gheddafi. L'Italia si è impegnata ad aiutare il Consiglio
nazionale transitorio libico con un credito di circa 400 milioni di euro. La Cina,
intanto, chiede un cessate il fuoco immediato per “evitare ulteriori catastrofi umanitarie”.
La situazione resta drammatica: secondo il procuratore della Corte penale internazionale,
Luis Moreno-Ocampo, il colonnello libico ha anche ordinato ai suoi uomini di compiere
stupri di massa. Il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli,
smentisce inoltre quanto riferito dal quotidiano “Liberal”, secondo cui Gheddafi si
sarebbe nascosto, da qualche settimana, nella sede dell'episcopato:
“Smentisco
nettamente quanto riportato dal giornale ‘Liberal’ dell’8 giugno 2011, che Gheddafi
sia nascosto in chiesa: 'Gheddafi chiuso in chiesa: voci diplomatiche da Italia e
Russia avanzano il sospetto. Il Rais sarebbe nei sotterranei di un luogo di culto
cattolico a Tripoli'. Smentisco nettamente quest’opinione. Assolutamente non è mai
venuto e non ci ha mai domandato ospitalità”. Sul terreno, intanto, nuove
esplosioni hanno scosso, nella notte, la città di Tripoli. Migliaia di soldati, secondo
fonti locali, si sarebbero diretti verso la città di Misurata, ancora sotto il controllo
degli insorti. Gli scontri dunque continuano e la Nato ribadisce che proseguirà le
operazioni in Libia oltre il termine dei 90 giorni inizialmente fissato e per tutto
il tempo necessario alla caduta del regime. Vasta eco ha ricevuto anche la notizia
della vendita, da parte dei ribelli, di oltre un milione di barili di petrolio ad
una ditta statunitense. Prosegue infine, senza sosta, la fuga di migliaia di persone,
dirette in Tunisia.