Il Papa all’ambasciatore di Siria: maggiore libertà nel rispetto della persona,
no ad azioni unilaterali per il Medio Oriente
Particolarmente significativo il discorso di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore di
Siria presso la Santa Sede, in cui il Papa si sofferma sulle rivolte nei Paesi arabi
e sulla difficile situazione nel Medio Oriente. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Gli
avvenimenti degli ultimi mesi nei Paesi arabi del Mediterraneo, “manifestano il desiderio
di un avvenire migliore nell’ambito dell’economia, della giustizia, della libertà
e della partecipazione alla vita pubblica”: è quanto sottolinea Benedetto XVI nel
discorso all’ambasciatore di Siria, Hussam Edin Aaala. Questi eventi, soggiunge, “mostrano
anche l’urgente necessità di autentiche riforme nella vita politica, economia e sociale”.
Al tempo stesso, osserva il Papa, “è altamente auspicabile che queste evoluzioni non
si realizzino in termini di intolleranza, discriminazione o conflitto e ancora meno
con la violenza”. Piuttosto, è il suo monito, devono svolgersi “nel rispetto assoluto
della verità, della coesistenza, dei diritti legittimi delle persone e delle collettività”,
all’insegna della “riconciliazione”. Sono questi principi, è l’esortazione del Pontefice,
“che devono guidare le autorità, tenendo conto tanto delle aspirazioni della società
civile quanto delle pressioni internazionali”.
Al tempo stesso, avverte
il Papa guardando alla situazione nel Medio Oriente, “va trovata una soluzione globale
per far progredire la pace nella regione”. Questa soluzione, sottolinea, deve essere
“il frutto di un compromesso” tra le parti e “non di una scelta unilaterale imposta
con la forza”, che “non risolve nulla”. E rimarca l’insufficienza delle “soluzioni
parziali e unilaterali”. Coscienti delle “sofferenze di tutte le popolazioni” del
Medio Oriente, avverte il Papa, “bisogna procedere con un approccio deliberatamente
globale che non esclude alcuno nella ricerca di una soluzione negoziata che tenga
conto delle aspirazioni e degli interessi legittimi dei diversi popoli”.
Il
Papa non ha poi mancato di sottolineare il ruolo positivo dei cristiani nella società
siriana come anche le armoniose relazioni tra cristiani e musulmani nel Paese, ribadendo
che “la via dell’unità e della stabilità di ogni nazione passa dal riconoscimento
della dignità inalienabile di ogni persona umana”. Di qui il richiamo a privilegiare
il bene comune, lasciando da parte “gli interessi personali e di parte”. Il dialogo,
l’ascolto e la collaborazione, ribadisce il Pontefice, devono essere riconosciuti
come la via di confronto fra le diverse componenti della società. Infine, ha ringraziato
il popolo siriano per aver accolto, in questi anni, i tanti rifugiati cristiani provenienti
dall’Iraq.