Congresso a Roma sulle nuove frontiere terapeutiche per la riabilitazione dei bambini
con disabilità
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù promuove da oggi fino all’11 giugno, presso il
Centro congressi Angelicum della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino a Roma,
il 23.mo Meeting annuale dell’European Academy in Childhood Disability, il più importante
Congresso sulle nuove frontiere terapeutiche per la riabilitazione dei bambini con
disabilità. La quattro giorni romana riunirà i massimi esperti mondiali, provenienti
da Europa, America, Asia e Sudamerica, per confrontarsi e fare il punto sulla ricerca
nel campo delle neuroscienze e dei nuovi percorsi per il recupero funzionale dei bambini
disabili anche attraverso il ricorso alla tecnologia robotica, ambito nel quale l’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù rappresenta l’eccellenza a livello internazionale. Nel corso
del Congresso saranno presentati i risultati delle ricerche dell'ultimo anno da parte
di gruppi di studio internazionali. Sull’obiettivo del Meeting ascoltiamo il responsabile
della Struttura complessa di neuroriabilitazione pediatrica del Bambino Gesù, Enrico
Castelli, al microfono di Eliana Astorri:
R. - L’obiettivo è
quello di confrontare gli specialisti che, a livello internazionale, si occupano del
bambino con varie forme di disabilità e dei problemi delle loro famiglie. E’ il Congresso
più importante e che raccoglie - in questo caso - più di 500 specialisti che arrivano
da 48 nazioni diverse. Il Congresso è l’occasione per aggiornare le competenze professionali
in diversi ambiti della disabilità, da quella motoria a quella cognitiva, a quella
sensoriale, alle problematiche di tipo psicologico…
D. – Quali sono
le nuove frontiere in questo campo per quanto riguarda le terapie?
R.
- Ci sono diverse novità nel campo farmacologico, per esempio riguardo alla protezione
del sistema nervoso dopo un danno o per facilitare il recupero dopo una lesione del
sistema nervoso e del cervello. Vi sono nuove tecniche che si stanno affacciando in
campo riabilitativo, che sono certamente delle novità assolute, come - ad esempio
- l’impiego delle tecnologie e della robotica nel trattamento dei problemi di controllo
motorio del braccio o della gamba. In questo caso, per la prima volta, abbiamo organizzato
in questo Congresso una sessione dedicata proprio a questo tipo di strategia e di
trattamento.
D. - Lei parla di post traumi, ma anche di lesioni genetiche?
R.
- Diciamo che il Congresso si occupa di tutti i tipi di disabilità, indipendentemente
da quella che ne è la causa, che colpiscono il bambino o l’adolescente: ci sono, quindi,
sia lesioni congenite - la più frequente è la paralisi celebrale infantile, che colpisce
un bambino su 500 nati vivi - sia tutte le cause di tipo acquisito e quindi dal trauma
cranico all’ictus, alle encefaliti, ai tumori celebrali e così via.