Apporto degli immigrati fondamentale per la stabilità delle casse dell'Inps
Gli immigrati hanno un compito fondamentale nella stabilità delle casse previdenziali.
Sono infatti circa 2.700.000 gli stranieri iscritti all’Inps, ma solo 110 mila percepiscono
una pensione. E’ quanto emerge dal IV rapporto Inps sui lavoratori di origine immigrata,
realizzati da Idos, Caritas-Migrantes, assieme all’istituto. Alessandro Guarasci:
Sono per
lo più dipendenti di aziende, oltre un milione e 700 mila, e per quasi i due terzi
risiedono nel Nord. E’ un vero esercito quello dei lavoratori stranieri. Due milioni
e settecentomila persone che versano circa sette miliardi e mezzo di contributi. Gli
assegni pensionistici agli immigrati, invece, non incidono per più di 600 milioni
di euro. Maria Paola Nanni, redattrice del dossier statistico Caritas-Migrantes:
“In
quanto estremamente giovani rispetto agli italiani, sono dei fruitori ancora assolutamente
marginali di prestazioni pensionistiche, che rappresentano poi la principale voce
di spesa che viene finanziata attraverso i contribuiti previdenziali”.
Il
loro apporto è vitale per la tenuta delle casse previdenziali. Gli stranieri fanno
più figli e questo vuol dire più contributi. Buona l’immagine che gli stranieri hanno
dell’Inps, anche se si può ancora migliorare, dice la dirigente Angela Fucilitti:
“Gli
immigrati richiedono una maggiore attenzione per quanto riguarda gli opuscoli tradotti
in lingua e i moduli in lingua. Ma l’Istituto si è già attivato da questo punto di
vista, perché il nostro contact center già fornisce dei servizi plurilingue, nelle
sette lingue maggiormente diffuse in Italia: a breve verrà implementato con altre
due lingue maggiormente rappresentative”.
Ad uguali doveri rispetto agli
italiani, dovrebbero corrispondere per gli stranieri uguali diritti, come la possibilità
di votare alle amministrative ed altro, secondo Franco Pittau, responsabile
del dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes:
“Se uno ha la stabilità
del soggiorno, questo si ripercuote poi sul ricongiungimento familiare, sull’acquisizione
della cittadinanza, sull’acquisizione della carta di soggiorno e del permesso di soggiorno
di lunga durata. E’ un circuito virtuoso che noi, molte volte, teniamo lontano da
noi, perché siamo diffidenti e, invece, come abbiamo visto, va anche a nostro favore”.
Ma
qui, è chiaro, è la politica che deve intervenire.